Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA 1896-1900; STORIOGRAFIA ITALIA
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1979
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Storiografia sulla crisi di fine secolo 59
che fanno dubitare dell'esistenza di un organico piano di colpo di Stato borghese. **> Egli poi fa una differenziazione tra la politica reazionaria di Rudinì e quella programmatica, ispirata da Sonnino, di Pelloux. Secondo Ragionieri infatti la scelta del generale savoiardo era la riprova della volontà della Corona di acquistare un peso ancora maggiore nella vita del Paese . M> In questa ottica e naturale che anche egli non rilevi differenze tra il primo e il secondo ministero Pelloux; il generale, a suo giudizio, avrebbe concentrato ogni sforzo nel tenta-tivo di istituzionalizzare la politica reazionaria .65)
Levra, come abbiamo già detto, sostiene che la classe dirigente unita in un sol blocco avrebbe tentato di sovvertire gli ordinamenti dello Stato, prima con provvedimenti d'urgenza dell'esecutivo e subito dopo con mutamenti legislativi definitivi. Troverebbe quindi riscontro nei fatti la considerazione di Marx sulla borghesia che, di fronte al pericolo di un mutamento nei rapporti di classe, abbandona ogni parvenza di legalità formale per ricorrere alla violenza aperta proponendosi lo scalzamento degli stessi istituti della democrazia borghese per trasformarli in strumenti inamovibili di dominio di casta, con l'intervento via via del potere esecutivo, del giudiziario e del legislativo .b7)
Nella situazione politica di fine secolo Levra, non distaccandosi da una tendenza critica e riduttiva molto diffusa specie in questi ultimi anni, ritiene che i socialisti, di fronte all'attacco della borghesia, sarebbero venuti meno al loro compito, perché non si resero conto del potenziale classista della rivolta e della possibilità di inserire la protesta in un quadro di opposizione globale allo Stato liberale e si limitarono invece ad incanalarla verso forme legali ed elettorali.68)
Questo fronte di classe, così compatto che l'Estrema con il suo riformismo democratico sarebbe stata incapace di contrastare, avrebbe, però, finito con l'incrinarsi fino a dissolversi, determinando così il fallimento della reazione, per un errato intervento in politica estera. La fragilità di tale assunto, proprio per le premesse tanto insistite di Levra è stato messo in rilievo da Aquarone che ha sottolineato come se l'iniziale programma di dura e intransigente reazione borghese fosse stato veramente contraddistinto da quella omogeneità di intenzioni e da quella vastità e organicità di obiettivi politico-sociali che Levra gli attribuisce, non si vede bene come esso avrebbe potuto disintegrarsi nel giro di poche settimane urtando su uno scoglio, come quello dei metodi dell'espansionismo economico italiano, coloniale o non coloniale, che era tradizionalmente uno dei più acuti punti di dissenso tra i ceti dominanti. Un colpo di Stato della borghesia, cui vengono assegnati origini e obiettivi della profondità e
63) E. RAGIONIERI, La storia politica cit., p. 1848.
> Ivi, p. 1849.
é5> Ibidem.
tó> KARL MARX - FRIEDRICH ENGELS, Opere scelte, Roma, Editori Riuniti, 1966,
p. 925.
67) U. LEVRA, Il colpo di Stato cit., p. 121.
**> /i/t, pp. 47-51. Pienamente d'accordo con Levra si dichiara Lucio D'ANGELO, Alcune considerazioni sulla crisi italiana di fine secolo (1896-1900), in Cultura e scuola, a. XIV (1975), n. 56, p. 86. Ancora più in la si spinge Renzo Del Carria secondo il quale, almeno per quanto concerne Milano, le masse popolari volevano la rivoluzione e questa fu impedita dai dirigenti dei partiti estremi. (RENZO DEL CARRIA, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, voi. I, Milano, Edizioni Oriente, 1966, pp. 322-331).