Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA STORIA 1896-1900; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1979>   pagina <60>
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Anna Maria Isastia
della portata indicate da Levra, non ammaina bandiera così rapidamente e così drasticamente .W)
A nostro parere Pelloux aveva iniziato ad avvicinarsi a Sonnino fin dal mese di febbraio per stringere una alleanza più sicura di quella offerta da Giolitti e Zanardellì il cui appoggio al ministero non era scevro da critiche e riserve. La crisi, che trovò il suo sbocco in conseguenza dello scacco di San Mun,7 era dunque in preparazione da mesi e permise a Giolitti lo sganciamento dal mini­stero quando ormai la svolta sonniniana di Pelloux era maturata. In tale pro­spettiva la crisi ministeriale di maggio appare molto più come un fattore occa­sionale che non come il momento della dissoluzione dello schieramento di classe antipopolare. Pelloux infatti, all'apertura della discussione in seconda lettura dei provvedimenti politici a giugno poteva contare su una maggioranza numericamente molto ampia che diminuì progressivamente di fronte ai metodi messi in atto dal governo per venire comunque a capo dell'opposizione e che finì col guadagnare alla causa ostruzionistica uomini pur favorevoli ai provvedi­menti in sé. L'impasse e peggio la debolezza in cui finì col trovarsi il ministero per la sua politica ebbe il suo logico sbocco nelle elezioni generali che mutarono i rapporti di forza in parlamento e portarono, secondo Levra, ad un nuovo equilibrio conservatore [...] più avanzato del precedente perché maggiormente adeguato ai bisogni di una economia industriale e di una società quella set­tentrionale in rapido sviluppo . 71>
Completamente diversa è l'ottica dalla quale guarda agli avvenimenti di quel periodo Alfredo Canavero 72) che rifiuta l'impostazione di Levra e, ponendo al centro della sua analisi Milano e la consorteria della città, ci presenta un pano­rama sfaccettato e contraddittorio di quella borghesia che Levra aveva invece visto come una sorta di blocco monolitico. Nella capitale morale coesistevano i grossi possidenti agrari e i titolari di industrie portatori di interessi stretta­mente conservatori, con la nuova borghesia industriale conservatrice ma progres­sista; borghesi erano i programmi riformisti e legalitari dei radicali che avevano in Milano il loro centro d'irradiazione. Ma il panorama politico della città era molto complesso comprendendo socialisti, cattolici e repubblicani. Il centro della vita politica nazionale era a Milano dove i gruppi dirigenti condizionavano i governi; qui avevano il loro punto di forza i partiti e i movimenti socialmente più avanzati e avversi alle istituzioni vigenti. Gli industriali del nord avevano
69) ALBERTO AQUÀRONE, recensione a Levra in Rassegna storica del Risorgimento, a. LXHT (1976), f. I, p. 80.
7) Approfittando della sconfitta subita dalla Cina nella guerra contro il Giappone nel 1895, le principali potenze europee erano riuscite a strapparle delle concessioni terri­toriali. L'Italia tentò di inserirsi nell'agone chiedendo la cessione della baia di San Mun, senza avere, però, l'autorità di imporre la propria volontà né potendo contare sull'appoggio delle altre nazioni europee. Il risultato di tale maldestra iniziativa fu il rifiuto netto del governo cinese e uno scacco per la nostra diplomazia.
71> U. LEVRA, // colpo di Stato cit., p. 379. Le tesi sostenute da Levra nel volume appena analizzato, sono state dallo stesso autore riprese e ribadite in un recente saggio di sintesi (U. LEVRA, Età crispina e di fine secolo, in // mondo contemporaneo cit., voi. I, pp. 302-331). Va rilevato che, sia nel testo, sia nella bibliografìa finale Levra, polemica­mente, ignora sia il libro di analogo argomento di Alfredo Canavero sia il precedente articolo di quest'ultimo.
72> ALFREDO CANAVERO, Milano e la crisi di fine secolo 1896-1900, Milano, SugarCo, 1976.