Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA 1896-1900; STORIOGRAFIA ITALIA
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Anna Maria Isastia
contro socialisti, radicali, repubblicani ed anarchici fu successivamente estesa all'ala sociale dei cattolici intransigenti. Tali direttive anticattoliche date da Rudinì ed applicate con zelo sospetto dalle autorità milanesi dovevano, secondo Canavero, ridurre al silenzio Pala sociale dei cattolici intransigenti e costringere l'ala conservatrice a prestare il suo appoggio alle consorterie moderate nelle competizioni amministrative, ma anche e soprattutto in quelle politiche .78)
La fermezza mostrata dal presidente del consiglio nel reprimere, fermezza dovnta ad una sopravvalutazione dei fatti, alla paura di una ulteriore degenerazione della situazione ma anche, e non da ultimo, al tentativo di recuperare la stima e l'appoggio di quei gruppi dirigenti che lo avevano accusato di debolezza verso i sovversivi e verso la piazza, non valsero comunque a salvare il governo. À di Rudinì succedeva Pelloux 79) che una parte della storiografìa ha accusato di essere stato strumento del re, della corte e dei gruppi più reazionari. In polemica con Colapietra e, più recentemente con Levra, Canavero fa invece notare che la soluzione Pelloux, se fu gradita al re, non fu decisa arbitrariamente, ma [fu] una soluzione imposta da molteplici circostanze, sostenuta dai membri della Sinistra costituzionale, appartenessero all'ala crispina o a quella zanardel-liana o giolittiana dello schieramento parlamentare .80) Non bisogna dimenticare poi che Pelloux era considerato un uomo di sinistra e il suo comportamento nei mesi precedenti gli aveva procurato vasta popolarità e una fama che certo non era apprezzata dai conservatori. Successivamente Pelloux subì un deciso spostamento a destra appoggiandosi a Sonnino e alle consorterie lombarde e toscane, radicalizzando così la lotta politica, ma permettendo finalmente alla Sinistra costituzionale di chiarire la sua posizione: essa opererà una scelta che, dalla presentazione dei provvedimenti politici fino a maggio, non aveva voluto fare per non perdere influenza sul ministero. Canavero è dunque dell'opinione che ci sia stata una involuzione reazionaria in Pelloux contrariamente a quanto sostiene Levra che non rileva una differenziazione tra i due ministeri. Anche Manacorda è dello stesso avviso di Levra, ma per motivi diversi, in quanto egli vede in Pelloux soprattutto un funzionario che ebbe a cuore la pura e semplice difesa dello Stato, delle istituzioni, che lo trasformò da conservatore in reazionario per garantire l'ordine pubblico dopo la paura del '98.8,) Al contrario, Manuela Doglio sostiene che il mutamento di Pelloux non sarebbe legato ai moti di maggio ma al periodo da lui trascorso come ministro dell'Interno nel suo primo ministero
7*J A. CANAVERO, Milano eh., p. 195. L'A. si ricollega alle analoghe interpretazioni di Fonzi, Ambrosoli e Scoppola contro l'interpretazione di Spadolini.
W) Mancano lavori complessivi sulla figura del generale Luigi Pelloux. A parte i giudizi che si possono ricavare dalle trattazioni generali sul periodo, dobbiamo rifarci al saggio di AMEDEO MOSCATI, / ministri del Regno d'Italia, voi VI (1889-1896), Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1976, pp. 187*213 e all'ampia introduzione di Gastone Manacorda a LUIGI PELLOUX, Quelques souvenirs cit. ... Al periodo in cui Pelloux fu presidente del consiglio si riferiscono i contributi di GIOVANNI BATTISTA GÌ FU NI, FU reazionaria la politica del Pelloux?, in 11 Risorgimento, 1961, n. 2, pp. 106-110; ERNESTO FRATTINI, I ministeri Pelloux e Vostruzionismo parlamentare, in Montecitorio, 1963, n. 1-2, pp. 13-27; MANUELA DOGLIO, Pelloux, il ministero dell'Interno e la crisi di fine secolo, in Nuova Rivista storica, a. LXI (1977), f. III-IV, pp. 307-332.
*) A. CANAVERO, Milano cit., p. 272. *
81> G. MANACORDA, Introduzione a L. PELLOUX, Quelques souvenirs cit., p. LXVI.