Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA 1896-1900; STORIOGRAFIA ITALIA
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1979
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67
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Storiografia sulla crisi di fine secolo 67
Prevedibile che altri storici già interessati agli anni cui si riferiscono i lavori di Levra riprendessero in esame il periodo in questione analizzandolo da altro punto di vista e con maggior distacco. Si vedano tra gli altri i lavori di Canavero e Belardinelli forse i più completi finora usciti il cui discorso storico risente comunque della necessità di rispondere a Levra confutando da un lato la tesi del progetto di restaurazione autoritaria perseguito da tutta la classe dirigente, dall'altro la totale e indifferenziata cecità degli uomini al potere. Entrambi poi cercano, sempre in contrapposizione a Levra, di fare il punto sulla caleidoscopica realtà cattolica di quegli anni e sui suoi rapporti con i governi, contestando una presunta maggiore disponibilità di questi ultimi nei confronti dei cattolici rispetto ai socialisti.
Quello che abbiamo qui delineato è solo l'inizio di un filone storiografico cui è demandato il compito di proseguire il lavoro di ricerca con sempre maggiore distacco storico allontanandosi definitivamente dalla polemica politica e da certa storiografia di parte, quella che partendo da un'ipotesi di lavoro astratta trova sempre il modo di verificarla forzando certi fatti, ignorandone altri, pie* gando i documenti ad una piuttosto che ad un'altra interpretazione. Raggiunto questo equilibrio si potranno chiarire quegli aspetti, legati a situazioni locali e a personaggi di cui la storiografia del passato ci ha tramandato uno stereotipo schematico e insoddisfacente. Mancano indagini sulla situazione di fine secolo nel centro e nel sud d'Italia, ad eccezione di qualche pur valido saggio cui abbiamo fatto cenno nelle pagine precedenti. Restano ancora in ombra le figure di Pelloux, almeno in alcuni punti, e di Umberto I, per non parlare di Son-nino o di Zanardelli, e ben poco sappiamo di Saracco, cioè di colui che pure fu chiamato ad iniziare il nuovo corso.
Solo dal moltiplicarsi di studi su determinati ambienti e regioni si potrà sperare in futuro in un lavoro di sintesi su scala nazionale che è, ancora oggi, la carenza fondamentale della storiografia di fine secolo.
ANNA MARIA ISASTIA