Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI MOSTRE; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA PERIODICI
anno <1979>   pagina <79>
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Libri e periodici
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e di età al matrimonio delle donne, per la prima zona; alti per la seconda (rispettivamente del 30-50 /00 e del 30 /oot con un antìcipo dell'anno alla morte e ugualmente alti tassi al matrimonio delle donne nell'età di maggiore prolificità, tra i 18 e i 30 anni); molto bassi per la terza (inferiori rispettivamente al 30 o/, al 17 /oo con morte m et* più avanzata, e bassi tassi dell'età al matrimonio per le donne tra i 18 e i 30 anni). Queste caratteristiche dell'andamento demografico naturale tra '700 e '800, che trovano riscontro anche in altre Provincie del regno di Napoli non solo prossime all'area considerata (a mano a mano che dalla Terra di Lavoro ci si avvicina a Napoli, a mano a mano che le colture cerealicole cedono il posto ad altre altamente specializzate, come quelle delTortorutta, i tassi di nata­lità tendono a decrescere), ma anche lontane, come la Calabria (a Corigliano, a larga diffu­sione delle colture agrumarie, il tasso di natalità risulta quello tipico delle zone arborate attorno al 35 /QQ e lo stesso si dica per quelle di allevamento: i tassi di Gassano, Vallo di Cosenza, Morano, Castrovillari tra il 40 ed il 49 /QQ sono abbastanza vicini a quelli di Eboli). Un regime demografico, questo, completamente diverso da quello francese: nelle vaste zone cerealicole del bacino di Parigi si riscontrano i tassi di natalità più bassi di tutto il Paese (25-30 /oo)> ** quali si oppongono un insieme di dipartimenti del centro, occidentali della Bretagna e specie viticoli del Sud con tassi medi vicini a quelli medi della Campania (poco più del 35 /oo) (s1* PH. ABIÈS, Histoire des populations frangaises et des leurs attitudes devant la vie depuis de XVIII' siede, Paris, 1948): per cui se il grano è per la prolificità nel Mezzogiorno d'Italia, non lo è nel Nord della Francia . Ma la Francia offre il quadro di un mercato interno di gran lunga più unificato di quello del regno di Napoli, una coltura cerealicola, quale quella praticata nel bacino di Parigi, che impiega in modo massiccio la forza animale, diversi sistemi di rotazione delle colture, di reim­piego di capitali, di produttività insomma: l'azienda contadina non aveva bisogno di quell'elevato numero di braccia per l'estensione della superficie arabile, o per il suo man­tenimento, come quella di una regione del Mediterraneo meridionale, quale il regno di Napoli, a bassa produttività.
La rottura di questo particolare assetto del regime demografico dell'Italia meridio­nale si compie nel giro di una sessantina d'anni. Se la zona collinare, seminativo-arbustata, presenta tassi di natalità assolutamente simili a quelli dell'inizio dell'800, quella piana, cerealicola, evidenzia un loro abbassamento rispetto al 1814 (ed il fenomeno trova riscontro anche in altri distretti del Regno) e quella costiera, a vigna ed agrumi, capovolge addirittura il suo comportamento: i bassi tassi di natalità del 1814 si alzano al 35-40 0/Q del 1864. Si delinea una sorte di evoluzione a forbice tra demografia dell'area del grano e quella a colture specializzate. Dì mezzo vi è l'andamento dei prezzi. Nelle zone arbustate-seminative, dove si coltiva un po' di tutto, specie per l'autoconsumo, la diminuizione del prezzo di un determinato prodotto viene compensata dall'aumento di quello di un altro. Ma nei territori a vigna e olivo la perdita del prezzo del vino rispetto a quello del grano, in notevole ascesa, determina la crisi della piccola proprietà e di conseguenza una ampia proletariz­zazione: e allora quanto <c più ci saranno braccia in grado di lavorare nella famiglia, più le probabilità di sopravvivenza saranno grandi (p. 35): il bracciantato comporta un forte rialzo dei tassi di natalità. La costiera amalfitana ritornerà al vecchio regime demografico, come indicano i dati del 1936, non pubblicati, ma di cui l'A. ha potuto prendere visione direttamente presso l'ISTAT, solo quando i prezzi del vino e della frutta sembrano avere un andamento di nuovo favorevole. La lievitazione, invece, dei prezzi dei cereali, e specifi­camente di quello del grano, produce nelle zone cerealicole la diminuzione dei tassi di natalità. Il Delille viene cosi delineando i particolari aspetti demografici dell'Italia meri­dionale nelle diverse epoche dell'età del Risorgimento, che non possiamo seguire in tutte le loro implicazioni: ci basta solo sottolineare il fatto che emerge chiaramente oc una demo­grafia legata al grano, una demografia del seminativo-alberato e una demografia della vigna e della frutta (pp. 37-38), con tutto quello che ciò significa sul piano della distribuzione della proprietà terriera e della stratificazione della popolazione, ma al cui fondo agiscono fattori direttamente legati alla produttività.