Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI MOSTRE; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA PERIODICI
anno <1979>   pagina <80>
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Libri e periodici
La ricerca del Delille viene così a collocarsi, con specifici tratti di originalità, nel­l'ambito degli studi demografici relativi all'Italia meridionale nel '700 e '800 (e basti citare i contributi più o meno recenti delTIzzo e dell'Assunte o di un Demarco, Galasso e Villani), originalità che va ricercata in quell'intento di chiarire tutti i vari aspetti e corre­lazioni dei meccanismi dell'andamento demografico naturale della popolazione delle cam­pagne. E diciamo che questi sono anche i suoi limiti in quanto si lascia cadere il discorso demografico più generale: in definitiva quali rapporti intercorrono tra questi meccanismi e l'andamento della popolazione (siamo di fronte tra il 1800 e il 1860 ad una notevole crescita demografica che certamente conta pur qualcosa), quali caratteristiche questa assume per le singole aree a coltura e struttura diverse valeva anche la pena indagare. Comunque, un elemento ci lascia perplessi: quello di averci detto molto poco sul funzionamento dei vari meccanismi individuati per tutto il periodo 1815-1860 in quanto si procede più per raffronti di grandezza (1700-1814/periodo postunitario) che per specificazione dei vari tassi annuali: e il Delille si sarebbe potuto servire dei registri dello stato civile, che, com'è noto, contengono l'età e la condizione sociale degli sposi, dei genitori, dei nati, oltre quella dei morti, ma pur presentano, occorre dirlo, qualche limite (i contadini dell'Italia Meridio­nale a volte ritenevano sufficiente la denuncia dei loro atti alla sola autorità religiosa).
Parecchio resta ancora da dire, dunque, e riteniamo che si abbia bisogno, prima di passare ad ulteriori generalizzazioni, di un più vasto numero di analisi specifiche per sin­gole zone e realtà geo-economiche, specialmente per gli anni 1815-1900.
Questi limiti sembra avvertirli l'A. stesso allorché, in apertura, ci dice che il suo è un libro di transizione : giudizio, questo, che non ci sentiamo di dover pienamente condividere perché, a parte il precedente rilievo, si tratta di un notevole apporto che il Delille dà agli studi di demografia storica in Italia non solo per i risultati conseguiti, deri­vanti da un omogeneo spoglio di fonti il cui utilizzo è fatto recente (libri parrocchiali, stati d'anime ecc.), ma anche per gli importanti chiarimenti metodologici (dietro i quali vi è la scuola delle Annales con la quale volta per volta l'A. fa i conti) e, vieppiù, per l'ela­borazione di un modello di interpretazione dei meccanismi dello sviluppo demografico della realtà medidionale nei secoli XVIII e XIX.
CARMINE CIMMIKO
Le Relazioni diplomatiche fra il Regno delle Due Sicilie e il Regno di Prussia. I e II serie: 1814-1848, voi. unico (15 marzo 1819-5 ottobre 1847), a cura di GIUSEPPE CONIGLIO (Fonti per la storia d'Italia, 133); Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1977, in 8, pp. XLHI-361. L. 10.000.
Il presente volume ohe pubblica alcune centinaia di documenti (a cura del Coniglio che ha messo in campo la consueta diligenza e probità) riguarda l'arco di tempo di un trentennio ed i rapporti tra due Stati assai lontani tra loro sotto il profilo geografico , ma abbastanza vicini in senso politico nell'età della Restaurazione. Nei primi anni tali rapporti furono caratterizzati dalla nomina del primo inviato (Vincenzo Grifeo, principe di Panlanna), dallo scoppio dei moti di Napoli, dalla ripercussione anche nelle legazioni estere della difficile vita del governo costituzionale napoletano e sulle conseguenze dei congressi di Troppau, Lubiana e Verona, ma soltanto negli anni seguenti, con gli amba­sciatori Gagliati, Ruffo, Antonini, si vennero precisando le linee delle relazioni diploma­tiche tra il Regno delle Due Sicilie e il Regno di Prussia; e in particolare, se per la situa­zione interna del napoletano è da vedere la recente opera di G. CINGAIU (Mezzogiorno e Ri­sorgimento. La Restaurazione a Napoli dal 1821 al 1830, Bari, 1976) e per la politica estera è sempre fondamentale il lavoro del Moscati (Il regno delle Due Sicilie e l'Austria, Napoli, 1937), è da dire che anche dall'osservatorio prussiano possono venire osservazioni di un qualche interesse per lo studio della diplomazia europea fino al *48, e la conoscenza dei