Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI MOSTRE; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA PERIODICI
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1979
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Libri e periodici
portuale rimase il fulcro dei rapporti economico-sociali e dei comportamenti politici nel solco del tradizionale ruolo svolto nel passato come nodo commerciale tra Occidente e Oriente, nodo che aveva saputo resistere per un certo tempo e con successo alle mutazioni del commercio internazionale con la scoperta dell'America e lo scambio di primato tra l'economia mediterranea e quella atlantica.
La vicenda del porto franco di Messina, una delle piazze più attive del Mediterraneo, studiato appunto nel momento del trapasso dai Borboni al nuovo Stato unitario e fino alla sua abolizione nel 1880, chiarisce come l'Unità abbia avuto un ruolo decisivo ed egemonizzante e come tale peso non abbia determinato, almeno nel primo ventennio, una caduta verticale del commercio messinese sebbene settori cospicui dell'attività industriale e artigianale subissero tale processo. Tuttavia, secondo l'A., Messina fino al 1879 riuscì a tenere alti i livelli delle sue peculiari attività economiche mercantili, ma da quel momento un ciclo non positivo dette inizio ad un processo di rapida e sensibile decadenza . Attraverso l'esportazione dei prodotti tipici messinesi, siciliani e calabresi, e l'importazione di manufatti e prodotti coloniali esteri lungo le principali rotte dell'epoca (Genova, Trieste, Liverpool, Marsiglia, Mar Baltico, Mar Nero, Stati Uniti d'America) emerge la realtà di una città non più <c splendida come nel passato ma ancora capace di svolgere un significativo ruolo nel commercio internazionale.
ANTONELLO BrACINI
WOLFGANG SUCHANEK, DOS Deutschlandbild in der italienischen Presse 1870-71; Bona, Druck der Rheinischen Friedrich-Wilhelms-Uni ve rsitat. 1975, in 8, pp. 357. DJH. 37.50, in vendita presso l'A. Bruchbaumer Weg 22. 4780 Lippstadt.
Ancora nel 1970 J. B. Duroselle lamentava la mancanza di una buona indagine sulle reazioni dell'opinione pubblica italiana di fronte all'unificazione tedesca, ima lacuna che il presente lavoro cerca ora con successo di colmare, limitatamente al periodo dal giugno 1870 al giugno '71, l'A. esamina una scelta rappresentativa di giornali e periodici italiani schierati dalla sinistra repubblicana alla destra, senza trascurare le prese di posizione clericali e vaticane. Fra l'altro sono presi in esame L'Opinione, La Perseveranza, la Nuova Antologia, La Nazione, Il Diritto, La Riforma, Il Dovere, L'Osservatore Romano e La Civiltà Cattolica. In apertura l'A. lumeggia la cerchia dei lettori, l'orientamento politico e la sfera d'influenza della stampa italiana dell'epoca e dei suoi organi più rappresentativi. Tenendo sempre presente come sottofondo il conflitto franco-prussiano, prima politico e poi militare, e valutando con avvedutezza una gran massa di materiale, l'A. tratteggia il cambiamento d'orientamento dell'opinione pubblica: egli accerta cosi che nel luglio del '70 prevaleva l'atteggiamento filo-prussiano, cosa che del resto corrispondeva alla tendenza allora comune in Europa e trova riscontro nelle testimonianze contemporanee, come ad esempio quella di Visconti-Venosta che così si esprimeva: Prima delle vittorie prussiane... il governo era francese ed il paese prussiano (p. 81). Alla stampa va il merito di aver impedito, in quelle settimane, una precipitosa entrata in guerra dell'Italia a fianco della Francia. Ma il quadro cambia in gran parte con la vittoria delle annate tedesche, giunta di sorpresa anche per la maggioranza degli italiani, e con hi divulgazione delle mire annessionistiche sul-l*Alsazia-Lorena, ma soprattutto col crollo del regime napoleonico. Nelle sinistre si nota, nei riguardi della questione tedesca, un aflievolimento o addirittura un capovolgimento delle simpatie, mentre nelle destre le paure dei social-conservatori di una nuova ondata rivoluzionaria > culminate nello choc per la Comune parigina determinano una maggiore comprensione per gli interessi e per gli scopi della nascente grande potenza tedesca. 1 timori di un espansionismo pangermanista andarono lentamente dileguandosi dopo la pace di Parigi. La discussione dell'autunno 1870, già nota dalle pubblicazioni di F. Chabod, intorno ai cardini del concerto politico europeo (politica degli equilibri, mire egemoniche,