Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI MOSTRE; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA PERIODICI
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1979
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Vita dell'Istituto
a penna la propria firma. Qualunque altro segno sulla scheda o sulla prima busta e la mancanza della firma sul retro dell'altra, comportano la nullità del voto. Riscontrati sull'elenco dei soci i nomi dei votanti a domicìlio, le buste bianche contenenti i voti di questi ultimi vengono mescolate con quelle dei soci presenti. Lo spoglio delle schede a mezzo di due scrutatori scelti dall'assemblea tra i presenti e la proclamazione dei risultati si effettuano davanti all'assemblea stessa.
Il nuovo Consiglio direttivo nomina nel proprio seno il Presidente, il Vice-presidente e il Segretario-tesoriere. Il Presidente eletto annuncia alla Presidenza dell'Istituto l'esito delle votazioni e riferisce sulla regolarità del loro svolgimento.
Art. 10. - I membri aggregati, di cui all'art. 4 dello Statuto, vengono coooptati dal Consiglio direttivo. Essi hanno gli stessi diritti di quelli effettivi e rimangono in carica sino alla scadenza del Consiglio direttivo del quale sono stati chiamati a far parte.
Art. 11. - I Presidenti dei Comitati assolvono localmente alle funzioni relative alla formazione e alla sorveglianza dei Musei del Risorgimento, a norma dell'art. 2 dello statuto.
Art. 12. - Tutti i soci, salvo espressa richiesta da parte degli interessati, si intendono iscritti presso il Comitato nella cui giurisdizione provinciale risiedono.
Art. 13. - La Presidenza dell'Istituto e, previa autorizzazione di questa, i Comitati locali hanno facoltà di accettare, secondo le norme di legge, donazioni e lasciti.
Art. 14. - La riunione della Consulta di cui all'art. 6 dello Statuto, avviene almeno una volta all'anno.
Art. 15. - L'elezione dei cinque rappresentanti dei Comitati nel Consiglio di Presidenza di cui agli articoli 4 e 6 dello Statuto avviene mediante votazione segreta. Eseguito lo spoglio delle schede, il Presidente dell'Istituto proclama eletti, per il triennio successivo, i cinque Presidenti che hanno raccolto il maggior numero di voti.
Art. 16. - Il Consiglio di Presidenza dell'Istituto determina la percentuale sulle quote sociali che può essere trattenuta dai Comitati locali.
Art. 17. I Comitati debbono versare alla sede centrale le quote sociali non oltre il 30 aprile di ogni anno.
Art. 18. - La Presidenza dell'Istituto, udito il parere della Consulta, può apportare modificazioni al presente regolamento.
Approvato nelle sedute della Consulta 22 marzo 1974 e 1 marzo 1975.
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ALESSANDRIA. Sabato 3 febbraio u.s. i soci del Comitato di Alessandria ed Asti, si sono riuniti in una sala del ristorante ce Torino in Alessandria, per offrirsi qualche ora di piacevole e dotta conversazione. Al levar delle mense, il Presidente ha delineato il programma attuale del Comitato (borsa di studio, conferenze, ecc.). Egli ha ricordato le offerte dell'Istituto Bancario S. Paolo e della Cassa di Risparmio di Alessandria, quella promessa dall'Assessorato alla cultura della Regione Piemonte. Memore scherzosamente del vecchio adagio a homo sine pecunia imago mortis , il Presidente ha sottolineato la necessità di reperire qualche fondo, ringraziando per intanto chi ha già dato.
L'avv. Rodolfo Prosio, presidente del Tribunale di Torino, ha raccolto tutta l'attenzione dei convenuti, ha citato fatti e sintetizzato giudizi su vari personaggi ormai consegnati alla storia, da Francesco II di Borbone-Napoli al gen. Giuseppe Salvatore Pianell, da S. Giovanni Bosco a Silone. Egli ha promesso di parlare al 1 venerdì di aprile sui moti del 1821 in Piemonte. 11 Vice-presidente del Comitato, mons. nunzio apostolico Giovanni Ferrofino, è stato ascoltato con uguale interesse intorno alle figure da lui delineate, tra cui quelle di Eleonora Duse, di Pio IX, di Pio X e del card. Boggiani. Ha pure toccato i rapporti tra Chiesa cattolica e Stato messicano, quelli veri e quelli ufficiali.
Il consigliere del Comitato, on. prof. Giovanni Sisto, su preghiera del Presidente, ha esposto in anteprima il suo ultimo libro, ormai sotto il torchio: esso riguarda la vita di Giuseppe Marcilo, fondatore nel 1878 dei Giuseppini di Asti e vescovo di Acqui. Era una primizia culturale e la prima volta, crediamo, che l'illustre scrittore e parlamentare parlava in pubblico della sua ultima fatica.