Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799-- 1800-1802; REPUBBLICA ROMANA 1
anno <1979>   pagina <132>
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Giovanna Trofei
pino Gian Galeazzo Serbelloni fa inviato a Puri gì, nel 1797, contengono esplicite richieste al Direttorio per allargamenti territoriali della Cisalpina. Ed era appunto in questa direzione che il Serbelloni* un moderato legato agli interessi deirarìstorrazia lombarda, si muoveva col Visconti a Parigi. Era un tentativo diplomatico abile ed ostinato almeno quanto l'atteggiamento del Direttorio fran­cese, che tendeva a mortificare tali aspirazioni. Riteneva* infatti, una pericolosa incognita la creazione di uno Stato troppo grande e potente in Italia.
All'indomani della proclamazione della Repubblica romana, il 15 febbraio 1798, nel suo colloquio con l'ambasciatore francese Pierre David* il ministro degli esteri cisalpino Carlo Testi non si era eccessivamente preoccupato di nascondere i progetti dì riunione alla Cisalpina dell'ex Stato della Chiesa. O per lo meno non aveva evitato che le sue osservazioni circa la critica situazione delle finanze della Repubblica romana fossero interpretate dal David in questo senso: Cette république est très embarussée pour ses finances m'a-t-il-dit . Le pape ne lui a laissé que des dettes à payer. Voilà Ies propres expressions du ministre cisalpini. Mais il semblait plutót me dire: cette république est trop faible. trop indigente pour se soutenir par elle mème: il faut la réunir à la Cisalpine .3) È chiaro che a livello di ceto dirigente il movente delle aspira* zioni unioniste era essenzialmente economico e politico. Rientrava in un quadro di rivendicazioni che l'accentramento austriaco aveva provocato. La compressione delle iniziative commerciali della borghesia lombarda da parte degli Asburgo a favore delle terre austriache aveva creato i presupposti di quella convergenza di interessi che avvicinò fin dal '94 gli uomini del vecchio ceto dirigente ai nuovi giacobini4) e suscitò, fin dall'inizio del triennio repubblicano, un chiarirsi di speranze espansioniste verso il sud.51 Su questa base di interessi si innestò poi il discorso unionista, che fu assai sinceramente sentito soprattutto dai gruppi radi­cali, sia pure più a livello sentimentale e culturale che non politico. 6> Si sarebbe incominciata dunque a delineare negli ultimi anni del '700 quella fusione tra nazionalismo patriottico ed espansionismo commerciale che fu tipica del se­colo XIX.
Motivate anch'esse da ragioni anzitutto economiche appaiono spesso le ade­sioni dei patrioti dell'Italia centrale e meridionale ai progetti unionisti della Cisalpina. Sulla necessità economica dell'unione si incontravano, infatti* un mo­derato lombardo come Francesco Melzi e un democratico come Matteo Galdi, profugo meridionale, che aveva partecipato al famoso concorso sul tema: Quale dei governi liberi meglio convenga alla felicità d'Italia , indetto nel settembre 1796 dalla Amministrazione generale della Lombardia.7) Il Galdi e altri giaco-
C. ZACIII, Le aspirazióni territoriali della Cisalpina cit, p. 1609. Ved. anche C. ZAGHI, Bonaparte, il Direttorio e il problema politico italiano nella diplomala europea 1798-1799, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1956.
4> Cfr. C. MOBAMDI, Idee e formazioni politiche in Lombardia dal 1748 al 1814. To­rino, Bocca, 1927.
51 Cfr. E. ROTA., L'Austria in Lombardia eh., cap. IV.
Per la dimensione culturale dell'idea nazionale nel '700 vedi: F. VAASBCCHt L'Italia nel '700 cit., parte IV.
T, r ilM-" GA""'*"** dÌ stabilire una pubblica in /lofio, Milano, Valadini, 1796 Il Gauù vi parla dei grandi vantaggi che il meridione avrebbe ottenuto dalia creazione di una grande repubblica italiana; al sud sarebbe stata in particolare restituita la possibilità di commercio con le Indie. Un panorama esauriente degli obiettivi commerciali della bor­ghesia in M. GALDI, Dei rapporti politico-economici fra le nazioni Ubere, Milano, anno VI della Repubblica. Cfr. anche C. ZACHI, Bonaparte, il Direttorio cit., cap. DC pp 39<> 395-