Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799-- 1800-1802; REPUBBLICA ROMANA 1
anno <1979>   pagina <133>
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Uespansionismo della Repubblica cisalpina 133
bini che parteciparono al concorso, come il Laltanzi e il Gioia, affermarono la necessità di una repubblica unitaria, in quanto essa avrebbe offerto una maggiore garanzia di difesa dal punto di vista militare. Altri, come il Ranza, proposero una soluzione federalistica, che meglio avrebbe favorito le diverse esigenze delle varie regioni. I giudici del concorso erano tutti unitari e fra essi era Ambrogio Birago, colui che, come ministro degli esteri della Cisalpina, avrebbe curato le trattative con la Repubblica romana per la questione dei confini. Almeno fino all'accettazione del trattato di alleanza imposto dalla Francia nella primavera del '98, il discorso unitario nella Cisalpina non era, dunque, portato avanti solo nell'ambito di circoli ristretti. L'Estensore Cisalpino del Poggi, giornale di decisa impostazione unitaria, era infatti l'organo di stampa del Direttorio di Milano.8)
Il malcontento verso il passato governo, che spinse una parte del clero e del patriziato lombardo e in generale il ceto dei liberali moderati fra le braccia dei patrioti, determinò dunque la comune fiducia nel discorso unionista. Da un punto di vista più strettamente politico, una repubblica piccola e isolata pareva non avere, secondo gli unitari, reali possibilità di intervento e di difesa; essa si sarebbe presentata davanti all'Europa come una appendice della Francia. Una repubblica grande e potente si sarebbe invece sentita sufficientemente tute lata anche nei confronti dell'Austria e non avrebbe dovuto subire il ricatto di Parigi che, in cambio di protezione, finiva colTimbrigliarla sempre più.9)
Per quanto riguarda lo Stato romano, le argomentazioni unioniste varia­vano da luogo a luogo. Più vivace appare il movimento ad Ancona. Gli unitari erano convinti che la città, una volta unita alla Cisalpina, avrebbe superato il rischio dell'isolamento e sarebbe divenuta l'estrema appendice verso sud di un grande organismo politico.10) D porto avrebbe notevolmente aumentato la sua importanza; esso rappresentava lo sbocco sull'Adriatico vagheggiato dalla Cisal­pina come punto centrale del commercio delle legazioni, che abitualmente spedi­vano verso Ancona canapa, cordami, tela e molta seta. Avrebbe poi finalmente
A. SAITTA, Alle origini del Risorgimento, I testi di un celebre concorso, Roma. Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1964.
8) Fino al momento dell'imposizione del trattato di alleanza e di commercio (prima­vera del '98), la Francia aveva controllato la vita politica italiana, ma aveva lasciato un certo spazio alle iniziative locali. Per questo, sebbene fosse favorevole ad un governo mode­rato nella Cisalpina, non si oppose a che nel Direttorio milanese fossero rappresentate le varie tendenze politiche. Così si spiega la presenza nell'ambito dei Direttario di democra­tici quali Sabati, Brunetti, Savoldi e Alessandri, di moderati quali l'Adelasio, di elementi più conservatori quali Moscati e Paradisi. Sui Direttori della Cisalpina ved. T. CASINI, Ministri, prefetti e diplomatici italiani di Napoleone, in Revue Napoléonienne, voi. I, dicembre 1902-marzo 1903, pp. 247-315. In particolare sull'Alessandri ved. G. LOCATELO MiLESl, Marco Alessandri, Direttore cisalpino, in Atti dell'Ateneo di Bergamo, 1900,
pp. 1-80.
9> Sull'idea dell'unità presso i patrioti, oltre alle opere già citate, si veda anche: A. SOLMI, Videa dell'imita italiana nell'età napoleonica, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XX (1933), pp. 1*19; R. SoaiGA, Videa nazionale italiana dal secolo XVlll all'unifica-sione, Modena, Società tipografica modenese, 1944; S. PIVANO, Albori costituzionali d'Italia, 1796, Torino, Bocca, 1913.
,0> Per tutta la questione riguardante i tentativi di unione da parte di Ancona con la Repubblica cisalpina, ved. W. ANGELINI, La municipalità di Ancona e il suo tentativo di annessione alla Cisalpina, Urbino, Argalia, 1963. Per l'importanza economica e commer­ciale del porto di Ancona cfr. A. CARACCIOLO, Le port frana d'Ancóne. Croissance et im* passe d'un milieu marchand au XVIII' siècle, Paris, S.V.E.V.P.EJV, 1965.