Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799-- 1800-1802; REPUBBLICA ROMANA 1
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Giovanna Troiai
perduto quella caratteristica di porto militare che in fondo ancora conservava, malgrado l'istituzione del porto franco. Ancona era, d'altra parte, considerata assai importante per la Cisalpina anche ai fini di un ingrandimento verso l'Istria e la Dalmazia e di nuove possibilità di commercio verso il Levante.tlì Pesaro, Fano e Senigallia sembravano condividere la vocazione democratica di Ancona, la quale, peraltro, appariva assai interessata a favorire la liberazione dal potere papale di tutte le comunità della Marca. Gli anconetani avevano sempre considerato Roma una città parassita, da cui le province marchigiane non potevano attendersi che sfruttamento economico e intralcio ai loro traffici ed interessi commerciali. In particolare la democratizzazione delle province adriatiche avrebbe assicurato alla città l'agibilità delle vie verso il nord; solo ipotizzando una soluzione di questo tipo, inoltre, la borghesia cittadina avrebbe potuto perseguire i suoi interessi commerciali e quelli legati alla proprietà fondiaria. A Pesaro, tuttavia, i giacobini non erano molto numerosi. Domenico Bonamini, conservatore, legato agli ambienti della corte romana, commentando nel suo Diario l'intenzione della sua città di unirsi alla Cisalpina, considerò assai scarsa la consistenza numerica dei gruppi democratici.I2) Egli notò, fra l'altro, che l'iniziativa di spedire a Milano 1*11 febbraio del 1797, all'indomani della municipalizzazione di Pesaro e San Leo, il presidente Ronconi per chiedere l'annessione alla Repubblica cisalpina, era stata presa senza aspettare un preciso mandato dalla città. La proposta non fu accettata. Dopo la deludente spedizione, secondo quanto afferma il Bonamini, si sarebbe sparsa a Pesaro la voce che le spese della missione sarebbero state sostenute con denaro proveniente dalla comunità ebraica. Ciò potrebbe indicare quanto forti dovessero essere gli interessi economici della città ad un'unione con la Repubblica cisalpina. D'altra parte, la comunità ebraica di Pesaro, che era piuttosto consistente, non doveva essere insensibile al richiamo degli atteggiamenti di tolleranza religiosa ribaditi dalla Cisalpina. U) È curioso comunque notare come il Diario del Bonamini non faccia menzione della vertenza per i confini marchigiani fra la Cisalpina e la Repubblica romana.14)
Ora, per ritornare al discorso dell'unionismo anconetano, molte furono le difficoltà incontrate durante tutto il '97 dalle deputazioni marchigiane nel tentativo di convincere non solo Bonaparte ma anche le autorità milanesi, come il ministro degli esteri Testi e il presidente del Direttorio Sommariva, della opportunità di unire Ancona alla Repubblica cisalpina. L'intenzione espansionista del ceto dirigente lombardo era, infatti, assai condizionata dal Direttorio parigino: era il momento della involuzione legalitaria francese e i piani militari di Bonaparte richiedevano quiete sul fronte italiano. I lombardi si rendevano conto che, malgrado le loro aspirazioni, qualunque tentativo di mutare lo status quo non solo non avrebbe avuto successo, ma avrebbe reso più precaria la già labile
M) Cfr. A. DUFOURQ, Le regime jacobin en Italie. Étude sur la République Romaine (1798-1799), Paris, Perrin, 1900, p. 76.
12) Pesaro nella Repubblica Cisalpina, Estratti dal Diario di Domenico Bonamini (1779-1799), pubblicati da TOMMASO CASINI, Pesaro, Federici, 1891. pp. 25 sgg.
M* Più in generale sulla posizione degli ebrei durante il triennio giacobino si veda R. DE FELICE, Per una storia del problema ebraico in Italia alla fine del XVIII secolo e all'inizio del XIX, in Italia Giacobina, Napoli, 1965, pp. 346-396.
MJ- Per la storia di Pesaro e del territorio circostante, ivi compreso quello delle alture verso Fano, oggetto di contesa fra la Repubblica cisalpina e la Repubblica romana, cfr. C. MARCOLINI, Notizie storiche della Provincia di Pesaro e Urbino, dalle prime età fino al presente, Pesaro, Nobili, 1883.
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