Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799-- 1800-1802; REPUBBLICA ROMANA 1
anno <1979>   pagina <135>
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Vespansionismo della Repubblica cisalpina 135
indipendenza della repubblica. Si temevano, d'altra parte, a Milano anche le reazioni dei pontefice, il quale, nei mesi successivi al trattato di Tolentino, tento di riottenere il potere civile su Ancona. Del resto, i rapporti tra la Cisalpina e la Corte romana erano stati già molto tesi fin dall'inìzio del '97jdl Testi propose dunque alla deputazione marchigiana di rivolgersi direttamente a Parigi, ma rincontro con le autorità francesi non avvenne mai. Dopo Campoformio la poli­tica anconetana di unione alla Cisalpina ebbe vita assai difficile. Si accentuò, infatti, alla fine dell'anno la posizione antiunitaria della Francia e, inoltre, nocqne all'annessionismo anconetano un certo moderatismo ormai prevalente all'interno della sua stessa municipalità. La proclamazione della Repubblica anconetana, il 17 novembre, convinse i cittadini a richiamare definitivamente i deputati da Milano.
Le incertezze cisalpine di fronte all'invito di Ancona erano motivate, d'al­tronde, non solo dalla politica estera, ma anche dalle vicende interne lombarde e dalla crescente tensione che si era venuta creando in Lombardia fin dagli ultimi mesi del '97 tra ambienti moderati e gruppi radicali , per i quali l'annessione di Ancona sarebbe stata un trionfo. E la tensione si acuì nella primavera del '98 in occasione dell'imposizione da parte della Francia del trattato di alleanza e di commercio e del colpo di Stato dell'ambasciatore francese Tronvé. La Cisal­pina rappresentava allora il punto più debole di tutto lo schieramento francese di fronte all'Austria, nel momento in cui, dopo Campoformio, appariva sempre più vicino il pericolo di una riapertura di ostilità con l'Impero. Mai come in quel frangente era parsa, dunque, opportuna al Direttorio la necessità di un controllo sulle strutture politiche della repubblica e di un contenimento delle sue aspirazioni libertarie ed espansioniste. L'imposizione del trattato di alleanza e il successivo colpo di Stato rispondevano esattamente a questa esigenza. Il Trouvé era stato dunque inviato a Milano dal Direttorio francese* nel luglio, come ministro plenipotenziario, per rivedere la costituzione della Repubblica, e la sua riforma si rivelò di fatto estremamente limita tri ce delle libertà costitu­zionali.
I primi suggerimenti per un'epurazione nella Cisalpina erano venuti dal­l'ambasciatore a Parigi, Visconti. Nella sua lettera personale al Merlin de Donai, presidente del Direttorio francese, egli sollecitava un'epurazione, nell'ambito del parlamento e del governo cisalpini, di quegli avversari della Francia che minac­ciavano la vita della Cisalpina e si opponevano alla accettazione del trattato.,5) La denuncia coinvolgeva aristocratici, austrofili, ma anche e arriviamo al punto che maggiormente ci interessa alcuni anarchistes come gli unitari Gianni e Reina. Le epurazioni che di fatto vennero attuate si risolsero, dunque, in un'oc­casione di netta divisione fra i gruppi politici. L'equivoca alleanza fra liberali moderati e nuovi patrioti, entrambi coinvolti nell'avventura rivoluzionaria, mostrò in quell'occasione tutte le sue ombre.16) Giustamente Baldo Peroni nota come la composizione del primo Direttorio cisalpino (Moscati, Paradisi e Serbel-loni) e del Corpo legislativo, in cui prevalevano moderati ed uomini legati al-
> C. ZAGIII, La rivoluzione francese e l'Italia, Napoli, Cymba. 1966, p. 277.
16) Sugli effetti del trattato di alleanza e di commercio si veda S. CANZIO, L'espan­sione del movimento nazionale italiano durante la repubblica cisalpina cit.; B. PERONI, Le Cri de l'Italie, 1799, in Rivista storica italiana, I parte, a. XXXV (1951), pp. 540-557; l'I parte, a. XXXVI (1952), pp. 44-77; G. VACCARINO, / patrioti anarchistes e Videa dell'unità italiana 1796-1799, Torino, Einaudi, 1955.