Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799-- 1800-1802; REPUBBLICA ROMANA 1
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1979
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L'espansionismo della Repubblica cisalpina 139
tata assai forte: i cisalpini furono addirittura accusati dalla Corte romana di aver obbligato, armi alla mano, il governatore di Pesaro a chiamare ufficialmente nella città loro truppe con motivazioni non chiare. Queste truppe, occupata ufficialmente Pesaro il 22 dicembre, sarebbero state anche autorizzate dal governa* tore, e l'autorizzazione sarebbe stata estorta dai cisalpini, a dirigersi per la via di Fano verso Ancona. L'occupazione del territorio marchigiano fu ritenuta contraria alle clausole del trattato di Tolentino; in quanto alla fortezza di San Leo, il papa faceva notare di aver addirittura pagato, mesi addietro, un'ingente somma perché il territorio fosse evacuato. Il ministro Testi rispose smentendo le accuse ed affermando che le truppe cisalpine erano entrate in territorio marchigiano perché le stesse autorità locali e i patrioti l'avevano richiesto. - È interessante notare che a queste affermazioni del ministro Testi la Corte romana non ritenne prudente rispondere. È evidente che esisteva già dalla fine del '97, nell'ambito marchigiano, una certa disponibilità nei confronti della Cisalpina.
I motivi di attrito tra i due Stati rimasero immutati anche all'indomani della creazione della Repubblica romana e dopo il definitivo incorporamento di Pesaro e San Leo nella Cisalpina. ciò malgrado il clima di esultanza ufficiale e i vicendevoli auguri da parte delle rispettive autorità, affinché si stabilissero i migliori rapporti tra le due repubbliche sorelle .38) H 27 marzo, infatti, la vertenza sui confini si aprì nuovamente: da Roma si contestavano alla Cisalpina alcuni passi irregolari in Monte Baroccio, comunità che secondo le autorità romane era inserita nel dipartimento del Metauro e non in quello di Pesaro. Nel dipartimento del Metauro sarebbero state comprese anche tutte le comunità situate sulle alture tra Pesaro e Fano, rivendicate invece dai cisalpini.39) Le pretese delle due repubbliche si basavano su precise norme stabilite a seguito delle trattative. Per quanto riguarda la Cisalpina, si faceva appello alla lettera del 16 marzo 1798 del generale Bérthier, capo di stato maggiore dell'armata d'Italia, secondo la quale i confini con la Repubblica romàna si sarebbero dovuti fissare seguendo una linea di demarcazione segnata appunto sulle alture tra Pesaro e Fano . Ciò a patto che, una volta passate alla Cisalpina, le e piazze fossero mantenute in condizioni di difendibilità, al riparo da eventuali aggressioni da parte dell'Austria o del Regno di Napoli.409 Ora, secondo l'interpretazione dette autorità lombarde, più volte ribadita nei vari documenti, sarebbe stato difficile armare razionalmente la piazza di Pesaro segnando il confine al di qua delle alture, perché proprio dalle alture la piazza avrebbe potuto essere fortemente minacciata. Non solo, ma la città non avrebbe potute giovarsi delle sorgenti d'acqua poste per l'appunto in quella zona.
36} lvit cari. 1, f. 56. Il Cavaliere Antonio Bussi al Cittadino Carlo Testi, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Cisalpina, Roma, 31 dicembre 1797.
37} /t. cari. 1, f, 55. Au Citoyen Bonaparte, Ambassadeur de la Républiqne francaise près la Cour de Rome, Milano, 10 nevoso, anno VI; ivi, f. 62. Al Signor Cavaliere Antonio Bussi, Ministro della Corte di Roma presso la Repubblica Cisalpina, Roma, 18 gennaio
1798.
38) jgfc cart. 1. f. 83. I Consoli romani al Direttorio della Repubblica Cisalpina, Roma,
1* germile, anno VI.
Ivi cart. 1, f. 74. Bremond, Ministro della Guerra, Marina e Affari Esteri, al Cittadino Carlo Testi, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Cisalpina, Roma, 7 germinate, anno VI. Il foglio contiene anche la risposta del ministro Testi al Bremond.
* Ivi cart. 1, f. 41. Processo verbale fra i Commissari Cisalpini e Romani, Pesaro, termidoro, anno VI.