Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA NAPOLETANA 1799; RUSSO VINCENZO
anno <1979>   pagina <145>
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UN DISCORSO DEL 1799 DI VINCENZIO RUSSO NEL CREPUSCOLO DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA
Il 19 maggio 1799, il governo della Repubblica napoletana organizzò una solenne festa nella Piazza Nazionale di Napoli intorno all'albero della Libertà: una festa di vivo orgoglio patriottico e militare, di esultanza popolare e di frater­nità nazionale.
A pronuciare il discorso celebrativo era stato invitato Vincenzio Russo, ma la circostanza è stata sempre ignorata o trascurata dai biografi e studiosi dell'opera e del pensiero del giacobino meridionale.1) Ed, anzi, nonostante la fama e la notorietà dell'oratore, la particolare posizione politica da Ini assunta proprio in quei giorni, e le conseguenze che dal discorso si attendevano negli ambienti politici e nell'opinione pubblica, gli stessi scrittori che raccolsero la cronaca dell'avvenimento non ebbero a segnalarle.
H Russo, come si sa, ritornato in patria con le truppe francesi, dopo avere spiegata l'attività di democratizzatore della sua città natale e di direttore della Sala d'Istruzione in Napoli, di giornalista e di Commissario dipartimentale, il 15 aprile del '99, a seguito della riforma istituzionale, apportata dalTAbrial al Go­verno Provvisorio, era stato nominato membro e segretario della Commissione legislativa. Le numerose mozioni e proposte di leggi, da lui avanzate, anche se inizialmente incontrarono il favore ed il consenso dei colleghi, ben presto gli procurarono gelosie, risentimenti e dissapori.2) Non pochi, che già temevano il suo radicalismo etico-politico,3) divenuto ancora più ardito per l'autorevole
') Anche D. CÀNTIMOEI che nel volume antologico sui Giacobini italiani, Bari, 1956, voi. I, pp. 255-404 e 443-444, ha ritenuto di raccogliere tutti gli scritti del Russo, con la e circostanza ha ignorato il discorso stesso, ed anche la celebre Memoria sulla feuda­lità che, ritenuta, per altro, perduta, sarà, ora, ripresentata da E. PONTIERI nel saggio in corso di stampa, Vincenzio Russo e la legge eversiva détta Feudalità nella Repubblica Napo­letana del 1799. Prima e dopo del Cantinieri, comunque, è avvenuto altrettanto per F. Lomonaco, primo biografo del Russo, per i contemporanei V. Cuoco, B. Nardini, P. Col­letta, G. Rodino, G. Pepe nonché, successivamente, per M. D'Ayala, B. Peluso, E. De Ma­nina, G. Macaggi, A. Vannucci, G. De Ruggiero, R. Romano e recentemente per G. Galasso.
2) Sono riportate nel Monitore Napoletano di E. Pimentel De Fonseca, cfr. la edizione a cura di M. BATTAGLISTI, Napoli, Guida, 1974, pp. 422, 445, 446, 447, 449, 450, 451, 454. Avendo invocato con alcune di queste la revisione dei conti dei membri del governo provvisorio, nominato il 23 gennaio dallo Championnet; la riduzione di tutti gli stipendi; l'applicazione del sistema progressivo nella tassazione per la Guardia nazionale, fu giudicato un seminatore di discordie. Cfr. F. LOMONACO, Rapporto al ministro Carnet sulla catastrofe di Napoli nel 1799, Napoli, 1800, p. 30, V. Cuoco, Saggio sulla Rivoluzione napoletana del 1799, Firenze Vallecchi, 1926, p. 141 e G. ADDBO, La polemica di G. Mattei con V. Russo, in Un periodico del 1799: il Veditore Repubblicano , in Archivio storico per le Provincie napoletane, Quarta Serie, voL XIV (1975), pp. 224-227.
3) XJn esempio: sin dal 29 marzo in un Avviso salutare , pubblicato nel Giornale Patriottico, num. VI, pp. 153-161, aveva promesso di perseguitare gli ipocriti e corrotti democratici, gridando: ho impegnato la mia penna a farvi queste salutevoli punture; né cesserò di farle più dolorose, fintantoché o vedrò la riforma della vostra condotta, o la dimissione dalla carica. Cfr., ora, D. CANTIMOHI, Giacobini cit., voi. I, p. 403.