Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA NAPOLETANA 1799; RUSSO VINCENZO
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1979
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Un discorso di Vincenzio Russo
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inismo giacobino, accettando l'incarico avrebbe dimostrato di volere rimanere legato al Governo; e di conseguenza poteva diventare un personaggio più unico che raro, per esplorare la possibilità di promuovere un auspicabile momento di comprensione tra le forze politiche più decisamente avverse, che sebbene si muovessero con intendimenti e programmi diversi, pur dovevano avere presente, a comune preoccupazione e superiore dovere etico e politico, la difesa della Repubblica. L'ordine di pronunciare il discorso gli fu, pertanto, comunicato e possiamo ben dire, anche se non conosciamo le specifiche intese intercorse tra le parti, accettato con larga disponibilità, se si aderì anche alla richiesta di darne alle stampe il testo.
Una copia, e forse Tunica pervenuta fino a noi, è ora conservata in una raccolta di scritti del '99, presso la Biblioteca della Società napoletana di storia patria. '" E per le precise indicazioni in essa espresse, senza alcun dubbio, si è indotti ad affermare che il Russo, nella richiamata ricorrenza effettivamente pronunciò il discorso ufficiale all'indirizzo di tutti i figli della Patria .
Ma, come è stato accennato, le cronache, anche le più dettagliate, dell'avvenimento, da quella di Carlo De Nicola a quelle dei giornali che in quei giorni si stampavano come il Monitore Napoletano di Eleonora Pimentel Fonseca e lo Spettatore Napoletano di Nicola Mazzola, nonché la minuziosa narrazione fatta dal Colletta, ne ignorarono del tutto la partecipazione e certamente non per caso o dimenticanza, né tanto meno per preconcetta determinazione.8)
L'eccezionalità dell'oratore, il tono ed il contenuto del discorso, tutto incentrato sulla difesa della Repubblica e la concordia dei suoi figli, la inevitabile risonanza, il suo significato reale ed ideale, l'onestà stessa di informazione che ispirava gli scrittori ricordati erano di per sé motivi sufficienti per assumere la notizia. E tale silenzio, che, invero, non può in alcun modo essere sottovalutato, ha fatto sorgere in noi il dubbio che il discorso, anche se già stampato, per l'improvviso venir meno dei motivi politici che ne avevano suggerito l'opportunità non fosse stato, in realtà, pronunciato. Che così fosse lo comproverebbe il fatto che nei giorni immediatamente successivi, più che scorgersi i segni di un avvicinamento tra le forze politiche, si registrò da parte dei radicali un più aspro assalto al governo e alle altre autorità; e il 26 maggio, anzi, caso più vistoso, lo stesso Russo guidò un gruppo di estremisti che, pugnali alla mano, invasero la sala delle assemblee della Commissione legislativa imponendo le dimissioni a tre componenti.9)
Poggiato l'occhio sul mancato nonché dimenticato discorso, si è riconosciuto subito che esso, pur arricchendo la serie degli scritti del Russo, non aggiunge elementi nuovi di valutazione o interpretazione al suo pensiero; tuttavia, con-
In Miscellanea SAXB. 2. f. 33 (10 20 71).
7) Tale fu l'opinione del CROCE, cfr. La Rivoluzione Napoletana del 1799; Bari,
Laterza, 1968, p. 110.
*> Diario napoletano cit., pp. 179-180; Monitore Napoletano cit., n. XXXI, pp. 577-580 e n. XXXII, pp. 592-595; Spettatore Napoletano, n. II, pp. 9-10; P. COLLETTA, Storia del Reame di Napoli, a cura di N. COBTESE, Napoli, Libreria Scientifica, voi. II, pp. 71-72. È da notare, comunque, che qui ri fa menzione di un generico a Oratore del Governo ; e che la DE FONSECÀ, ivi* p. 593, riferisce di una pubblica allocuzione che non ebbe luogo per a il generale trasporto della folla intervenuta.
Cfr. V. Cuoco, 0. cUH p. 243; Diario napoletano cit., p. 190; Monitore cit., pp. 595 e 617 e B. NABDUVI, Memorie per servire alla storia dell'ultima rivoluzione di Napoli raccolta da B. N. testimone oculare, trad. di R. D'Ambrosio, Napoli, 1864, p. 85.