Rassegna storica del Risorgimento

CANADA OPINIONE PUBBLICA PROTESTANTE 1846-1860; GIORNALI PROTES
anno <1979>   pagina <158>
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Angelo Prìncipe
L'arresto, avvenuto il 7 maggio 1851, del conte Guicciardini e dei suoi amici perché sorpresi a leggere un rapitolo del Vangelo fu ampiamente dibattuto e commentato nella stampa canadese. L'arresto della giovane Cunninghame e so­prattutto quello di Francesco Madiai e di sna moglie Rosa, colpevoli di leggere la Bibbia, divenne un caso internazionale con lo scambio di note diplomatiche tra i due governi d'Inghilterra e di Toscana. Quel caso ebbe risonanza e popo­larità vastissima nei giornali dell'Alto Canada e, nell'atmosfera tesa e rovente dell' aggressione papale, fu il punto focale, il vessillo dietro il quale i prote­stanti si strinsero per esprimere la loro indignazione contro gli abusi del Papato . Le seguenti dichiarazioni rilasciate per smentire una notizia secondo la quale Francesco Madiai sarebbe morto forniscono un'idea dei sentimenti suscitati dal caso: Madiai vive; dalla prigione, non dalla tomba, accusa il potere che perseguita l'uomo perché studia il libro in cui Dio rivela la sua volontà e i suoi propositi e perché adora il suo fattore nel modo che egli stesso crede più idoneo. Madiai è vittima del duca di Toscana e non ancora un mar­tire della fede, come notizie precedenti dall'Europa fecero supporre. Egli vive, dunque; possa non essere dimenticato come spesso succede ai morti .26)
Solo il regno sardo, che aveva mantenuto lo Statuto, era visto favorevol­mente dai protestanti di tutto il mondo, soprattutto quando presenterà le leggi che danneggiavano gli interessi della Santa Sede in Piemonte. In Canada i pro­testanti che prima della rivoluzione del 1848-49 non avevano simpatie specifiche per nessun leader o governo o Stato italiano, negli anni '50 erano tutti entu­siasti di Vittorio Emanuele II. Essi trasferivano alla monarchia sabauda il ruolo che prima attribuivano alla federazione teorizzata da Gioberti, cioè quello di trasformare i vecchi Stati italiani in una nazione moderna senza il rischio di un governo radicale, repubblicano o, peggio ancora, della temutissima anarchia.
Lo Stato sardo sostenevano i protestanti canadesi è stato l'unico in Italia in grado di resistere all' aggressione papale e di onorare quindi l'im­pegno assunto da Carlo Alberto nel garantire ai suoi sudditi la libertà religiosa e politica. L'evento più importante dei nostri tempi , scriveva il Christian Guardian, è il consolidamento del regime democratico, con conseguente libertà di religione, avvenuto in Piemonte e in Sardegna . Tre avvenimenti resero il Piemonte e Vittorio Emanuele II simpatici ai protestanti canadesi: la politica che provocò la scomunica papale, il riconoscimento del diritto religioso dei Val­desi e la partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea a fianco degli In­glesi e dei Francesi.
Le leggi del 1855 calzavano benissimo con la Clergy Reserve question * in discussione al parlamento canadese proprio in quel periodo. Tale questione si era storicamente sviluppata per due ragioni: da un lato le varie denominazioni protestanti lottavano tra loro per assicurarsi parte delle terre e dei contribuii destinati dal governo al mantenimento del clero protestante, com'era specificato nel Constitutional Act del 1791; dall'altro il partito riformiste appoggiato dai gruppi volontaristici sorti dal Revival si batteva in parlamento per abolire i privilegi ai religiosi e lasciare quindi ai fedeli la responsabilità di
* The Globe* 25 dicembre 1851. Christian Guardiani febbraio 1853. Sul caso Madiai ci sono molti articoli nella stampa canadese; ma i più infornati e utili sono quelli del 23 febbraio e del 13 aprile 1853 pubblicati nel Chmtian Guardian, e quello del 16 febbraio 1853. del Toronto Exammer.
271 Ibidem, 4 maggio 1853.