Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno <1979>   pagina <463>
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Le carte albanesi di Ricciotti Garibaldi 463
scere solamente la nazionalità albanese pur rimanendo [essa] a far parte inte­grante dell'impero ottomano , 7> l'altra di matrice azionista , vicina al gene­rale Ricciotti Garibaldi e rivolta a perseguire l'indipendenza della madrepatria. Questa diversità d'orientamenti conduceva il Comitato nazionale albanese, erede diretto della Società nazionale albanese* sorto a Roma l'8 aprile 1900 sotto la presidenza di Lorecchio, con Manlio Bennici vicepresidente ed il prof. Gian Crisostomo Bugliari segretario, ad una prematura paralisi a causa della seces­sione di nove dei suoi membri, guidati da Bennici. I nove dissidenti davano vita il 25 maggio seguente al Comitato albanese Pro Patria di Roma, designando a presiederlo l'aw. Luca Cuccia e ponendosi come obiettivi dichiarati la promo­zione degli studi sulla lingua albanese e delle relazioni con la madrepatria e la filiazione di comitati similari nelle diverse colonie d'Italia, i quali, riuniti as­sieme, avrebbero formato la Lega albanese Pro Patria. In effetti ai vari comi­tati si attribuiva anche il compito di aprire un arruolamento perché al momento opportuno [potessero] avere un corpo di volontari italo-albanesi 9> da impie­gare nell'insurrezione contro i turchi, sotto il comando di Ricciotti Garibaldi, con cui lo stesso Bennici intratteneva stretti rapporti.
Proprio in risposta ad un precedente appello di Ricciotti Garibaldi, comi­tati azionisti s'erano già andati organizzando poche settimane prima di quello romano, segnatamente a Palermo, Messina e Livorno, tutti e tre con la deno­minazione di comitati Pro Albania , con la conseguenza che le locali que­sture intervenivano a sciogliere i primi due, mentre il terzo trovava il tempo di assumere il nuovo titolo di Pro Patria . In particolare si ha notizia che il comitato di Livorno, conformemente all'appello lanciato dal generale ed alle ulteriori istruzioni da questi impartite, progettava di costituire gruppi di 25 vo­lontari, composti in parte da reduci di Grecia ed in ogni caso da giovani che avessero già prestato servizio militare. Ai proclami in favore della causa nazio­nale albanese, indirizzati in diversi momenti da Ricciotti Garibaldi, la gioventù italiana ma non mancheranno adesioni anche dalla Francia rispondeva con entusiasmo, trasformando a volte le sedi dei giornali repubblicani della penisola in veri e propri unici di arruolamento.10)
L'opportunità di cancellare l'aggettivo albanese dalla qualifica del comitato Pro Patria di Roma, onde evitare eventuali interventi repressivi delle autorità, veniva segnalata da Ricciotti Garibaldi a Bennici, ma questi replicava che una tale modifica avrebbe provocato ripercussioni sfavorevoli nelle colonie e compromesso l'espansione del movimento; in quanto alle preoccupazioni del governo italiano, esse sarebbero cadute, secondo Bennici, di fronte alle finalità eminentemente culturali espresse nel regolamento adottato dal comitato romano. Con queste premesse, detto comitato s'impegnava nella propaganda in periferia,
?) Il Popolo Romano del 12 aprile 1900, citato in una lettera di Manlio Bennici a Ricciotti Garibaldi, Roma 23 maggio 1900 (M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVII, doc. 142).
Regolamento interno del Comitato albanese Pro Patria (M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVI, doc. 170). Componevano il comitato: Luca Cuccia, Manlio Bennici, Gian Crisostomo Bugliari, Ettore Perrone, Alfredo Gramazio, Enrico Leucadito, Giuseppe Stasi, Vincenzo Cepperelli e Battista Groppa.
9) V* sopra, nota 7, Bennici a Ricciotti Garibaldi.
io) M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVI, docc. 3, 4; voi. XXXVII, doco. 137, 138, 140. In part. il voi, XXXVI raccoglie una lettera del settembre 1903 (doc. 144) di un giovane fornaio francese pronto ad unirsi ai garibaldini italiani.