Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno <1979>   pagina <465>
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Le carte albanesi di Ricciotti Garibaldi
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società nazionali proliferate nelle colonie in uno sforzo comune per lo sviluppo morale ed economico della madrepatria.15)
Nei primi anni del Novecento rimbalzavano con frequenza sulla stampa della penisola notizie intorno a presunte spedizioni in Albania di volontari italiani sotto il comando di Ricciotti Garibaldi a sostegno degli insorti (focolai di rivolta perduravano da tempo in quel paese, specie tra le tribù del nord); si parlava di un corpo tra i 10 ed i 20 mila nomini, pronto ad intervenire non appena l'insurrezione contro i turchi nei Balcani sudoccidentali avesse assunto carat­tere irreversibile. H diffondersi di simili voci s'accompagnava al sorgere di can­didature ad un futuro trono d'Albania, poste da discendenti di illustri famiglie di patrioti, in primo luogo i Castriota ed i Ghika, seppur da lungo esuli in paesi come l'Italia, la Romania o la Spagna. Così il principe Juan de Aladro Ca­striota, suddito spagnolo ma abitualmente residente a Parigi, in una sua lettera a Ricciotti Garibaldi del marzo 1902, si qualificava capo del movimento insur­rezionale albanese, con proprio rappresentante a Roma nella persona di An­selmo Lorecchio.lb) Ad Aladro facevano più diretta concorrenza un titolato valacco, il principe Alberto Ghika, ed il principe Fuad d'Egitto, mentre nel­l'ambito degli italo-albanesi c'era chi non mancava di candidare il siciliano Giovanni Castriota Scanderbeg marchese d'Auletta.
Di fronte alle carenze organizzative emerse nelle attività nazionali degli italo-albanesi ed alla dispersione d'energie causata dall'individualismo latente in seno alla comunità stessa, Ricciotti Garibaldi, nel 1904, offriva il suo nome per un ulteriore tentativo di creare mi unico centro direzionale. Invitava tutti gli esponenti più rappresentativi delle colonie ad una riunione a Roma, il 24 marzo, per costituire, sotto la sua presidenza, un Consiglio albanese cFItalia il cui obiettivo finale era ancor sempre il conseguimento della libertà e dell'indi­pendenza della madrepatria. Rispondevano largamente a questo appello le com­ponenti elitarie delle colonie, dal generale Domenico Damis al barone Filippo ed ai marchesi Giovanni e Francesco Castriota Scanderbeg, dal rev. prof. Ge­rardo Conforti al prof. Michele Marchiano, dall'on. Guglielmo Tocci, ex depu­tato al Parlamento, agli avvocati Luca Cuccia, Gennaro Lusi e Gennaro Placco, nonché numerosi altri professionisti, prelati, ufficiali dell'esercito, insegnanti, amministratori locali;17) non vi aderivano invece il prof. Giuseppe Schirò, cri­tico nei confronti di un'iniziativa che prescindeva dal consenso dei connazionali d'Albania, e il direttore della Nazione albanese, Anselmo Lorecchio, coerente con la linea moderata sino allora seguita. Segretario del Consiglio albanese ve-
*S Schema di statato della Lega fra gli albanesi d'Italia (M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVII, doc. 133; v. anche voi. XXXVI, doc. 153).
16 M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVII, doc. 130; v. anche Un apostolo dell'idea nazionale albanese, Giovanni Aladro Castriota, in La Nazione albanese del 15 mazzo 1905.
17) Tra gli ufficiali figuravano il magg. Luigi Comi, il col. Pasquale Freida ed il ten. col. Giuseppe Sgrò; tra gli arcipreti, i già menzionati Antonio Argondizza, Bernardo Bilotta e Pietro Camodeca; completavano il Consiglio albanese'. Manlio Bennici, Enrico Catalano, Vladimiro Crispi, Attanasio Dramis, Giorgio Castriota Scanderbeg, Giorgio Ieros, Giulio Leka Dukagini, Francesco Mauro, Francesco Musacchia, Agostino Ribecco, Camillo e Vincenzo Santojanni, Terenzio Tocci, Domenico Vaccaro (cfr. il proclama di R. Garibaldi agli albanesi d'Italia ed il comunicato n. 1 del Consiglio albanese, in M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVI, docc. 2, 17; v. anche Relazione del Consiglio albanese d'Italia, in Gazzetta albanese del 25 ottobre 1904).