Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno <1979>   pagina <466>
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Ennio Maserati
niva nominato Manlio Bennici, il coi giornale, la Gazzetta albanese, assumeva pertanto il ruolo di portavoce della nuova associazione. Ulteriori membri erano acquisiti tra gli italo-albanesi emigrati nel Sudamerica, tra i quali ring. Giuseppe Scutari, presidente del Comitato albanese di San Paolo del Brasile, ed il prof. Orazio Irianni, presidente del Comitato albanese di Buenos Aires e quivi fonda­tore nel 1905 della rivista La Questione albanese. Ma sopraggiungevano perdite luttuose come quelle del gen. Damis e poi del col. Freida.
Una delle prime cure del Consiglio albanese consisteva nel censire le colonie del Mezzogiorno e della Sicilia, con l'invio di un'apposita circolare ai sindaci dei comuni che, sulla base di notizie storiche, si presumeva ospitassero gruppi familiari di antica provenienza skipetara. Altri obiettivi immediati ri-guardavano la ricerca d'una soluzione all'annoso problema d'un alfabeto comune, l'organizzazione di squadre esercitate nel tiro a segno, la mobilitazione per por­tare al Parlamento italiano due rappresentanti della comunità.18) Si stava av­viando tale programma, quando, in settembre, la stampa romana riportava un duro intervento di Ricciotti Garibaldi contro l'operato del gen. Gian Battista Emilio De Giorgis, comandante la gendarmeria internazionale in Macedonia, per una presunta parzialità di questi verso la popolazione bulgara ed una negli­gente indifferenza per le sortì, dell'elemento albanese, pesantemente colpito dalla repressione turca. La polemica si concludeva un mese dopo, con una formale protesta inoltrata dal Consiglio albanese ai governi delle sei grandi potenze, della Turchia e dei paesi balcanici, nel cui testo gli addebiti mossi al gen. De Giorgis e agli agenti civili dell'Austria-Ungheria e della Russia venivano suffra­gati da un'ampia casistica; il documento terminava quindi con la richiesta di convocazione d'un congresso internazionale che intervenisse per risolvere con equità i conflitti nazionali nella Turchia europea, in primo luogo assicurando al popolo albanese l'autonomia e l'istruzione scolastica nella madrelingua.19)
Le informazioni in possesso di Ricciotti Garibaldi sulla situazione politica di quello scacchiere provenivano in parte dalla corrispondenza che egli intrat­teneva con singoli esponenti dell'opposizione in patria al dominio turco e con circoli skipetari di alcune capitali balcaniche, soprattutto con la redazione del giornale Drita (La Fiaccola) di Sofìa le relative lettere in lingua albanese gli venivano tradotte da Agostino Ribecco , in parte da resoconti di viaggiatori italiani e da relazioni di qualificati rappresentanti della diaspora. Tra queste è significativa, per la competenza del suo autore, una circostanziata disamina di Ismail Kemal della questione albanese alla luce degli accordi austro-russi di Miirzsteg, nel cui ambito esclusivo parevano strutturarsi le riforme macedoni, nonostante la successiva ma peraltro limitata apertura di Vienna e di Pietro­burgo verso l'Italia, chiamata nel 1904 ad una più attiva partecipazione in Mace­donia appunto con la nomina di un proprio ufficiale a capo della gendarmeria locale. Di conseguenza Ismail Kemal denunciava i pericoli che per l'afferma-
18> M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVI, docc. 9, 39.
19) Gli albanesi d'Italia e U generale De Giorgis, in La Tribuna del 12 settembre 1904; La protesta degli Albanesi d'Italia contro l'amministrazione internazionale in Mace­donia, in Gazzetta albanese del 25 ottobre 1904. Sulla riorganizzazione del servizio di gen­darmeria in Macedonia v. anche XXX [A. CANTAL uri], II generale De Giorgis in Mace­donia, in Nuova Antologia, voi. CXCIII, 16 gennaio 1904, pp. 349-354; ed ora A.F.M. BIAGINI, La rivoluzione dei Giovani Turchi nel carteggio degli addetti militari italiani, in Rassegna storica del Risorgimento, a. LXI (1974), fase. IV, pp. 562-591.