Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno <1979>   pagina <469>
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Le carte albanesi di Ricciottì. Garibaldi 469
di promuovere comitati segreti nella madrepatria e di assorbire quelli già ope­ranti all'estero. In quanto all'assetto istituzionale del futuro Stato, il congresso, pur affidando a Ghika il comando delle operazioni militari, dichiarava di non riconoscere nessuna candidatura al trono.
Contro la pretesa del comitato Kombi, personificato da Ghika e Jakova Merturi, di arrogarsi la rappresentanza politica della diaspora e dei gruppi d'agi­tazione all'interno dell'impero turco, interveniva Ricciottì Garibaldi nella sua veste di presidente del Consiglio albanese d'Italia per esigere una parziale ret­tifica dei deliberati di Bucarest, richiesta che però Jakova Merturi respingeva energicamente, contestando a sua volta il diritto degli italo-albanesi di interfe­rire nei destini della madrepatria.29) Singolare confronto, questo, tra due soda­lizi esistenti più. che altro sulla carta e di cui ben pochi in Albania erano a cono­scenza. Del resto, di li a poco, il binomio Ghika-Jakova Merturi si rompeva, ed il principe, estromesso dal direttivo Rombi di Roma, s'avvicinava a Ismail Kemal e Dervish Hima per costituire assieme a loro in novembre a Parigi un nuovo comitato albanese dallo stesso nome, cercando nel contempo una ricon­ciliazione con Ricciottì Garibaldi, mentre Jakova Merturi, dal canto suo, lasciava la capitale italiana per Atene con il proposito di fondare colà un giornale.
Motivo non ultimo dell'opposizione di Ricciottì Garibaldi al congresso di Bucarest era stato un diverso modo d'intendere l'indipendenza albanese. Per il generale, infatti, l'insurrezione armata doveva prefiggersi il conseguimento di un regime di larga autonomia e non ancora un distacco completo dallo Stato turco, mancando i presupposti internazionali per una simile, pur certo auspicabile, soluzione. H mantenimento, in una fase iniziale, della sovranità nominale del sultano sarebbe valso a trattenere l'Austria-Ungheria da misure diplomatica­mente giustificate di occupazione ,31) e soprattutto per questo si rendeva oppor­tuno puntare ad una piena indipendenza in tempi più maturi. Tale soluzione graduale avrebbe avuto, secondo il generale, ripercussioni meno traumatiche per l'impero ottomano, la cui sopravvivenza era da salvaguardare, pena una sparti­zione di esso tra Vienna e Pietroburgo.32) Benché siffatte argomentazioni non rappresentassero una novità nel dibattito politico di allora, assume invece qualche interesse la divergenza percettìbile tra Ricciottì Garibaldi ed il partito mazziniano che ne sosteneva ed affiancava l'azione, allineato su posizioni più radi­cali, compresa quella della distruzione degli imperi plurinazionali.33)
Nel corso del 1905 le sorti dello stesso Consiglio albanese d'Italia venivano compromesse dalle dimissioni dalla carica di segretario presentate a settembre da Bennici, dopo che era divenuta nota la sovvenzione da lui ricevuta dal prin­cipe Ghika per la pubblicazione a Roma di un nuovo periodico, il Corriere dei BalkanL Né questa rivista, uscita in veste bilingue italiano e francese nel marzo 1906, riusciva ad assicurarsi continuità di vita e cessava nel giro di
29) M.C.R., fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVII, docc. 23, 24.
30) Ji, voi. XXXVII, docc. 90, 93.
31) La questione dell*Albania e il Principe Ghica, in La Tribuna del 22 maggio 1905.
32) La questione di Oriente e gli interessi italiani, in L'Italia del Popolo del 25-26 aprile 1903.
33) Cfr. E. LODOLINI, Mediterraneo, Adriatico, intervento, nella politica del partito mazziniano italiano (1900-1918), in Rassegna storica del Risorgimento, a. XXXVIII (1951), fase. III-IV, pp. 473486.
34) M.CjL fondo Ricciotti Garibaldi, voi. XXXVII, doc. 31.