Rassegna storica del Risorgimento
ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
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1979
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471
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Le carte albanesi di Ricciotti Garibaldi 471
montenegrino per apprendere con delusione dalla piccola schiera di garibaldini concentratasi a Podgoritza le circostanze su come si fosse arenata la spedizione; prima di rimettersi in viaggio, egli scriveva una lettera alla Tribuna ed alla Ragione di Roma nella quale sconsigliava la gioventù italiana di accorrere in Albania perché la rivoluzione era militarmente finita .39J
Solo piccoli nuclei di camicie rosse dovevano affluire sui luoghi della rivolta, in virtù soprattutto della propaganda e dell'impegno organizzativo di Cipriano Facchinetti, e partecipavano ad azioni di guerriglia assieme agli insorti; * alcuni reduci di quest'impresa finivano per ritrovarsi nel dicembre dell'anno seguente tra i volontari italiani combattenti a Drisko a fianco dei greci per la liberazione di Gianina. Ma come nella primavera del 1911 un contrasto aveva opposto Ricciotti Garibaldi al centro di Podgoritza, anche sul campo di operazioni in Epiro (dov'era personalmente intervenuto) il generale incontrava dissensi tra i suoi seguaci ed in particolare si vedeva accusato di sacrificare la nazione albanese agli interessi della Grecia.4,) In quanto a Tocci, dopo la sua deludente esperienza nella madrepatria e l'amarezza provocata per essere stato abbandonato proprio da coloro che in Italia si atteggiavano a fieri sostenitori della causa skipetara, aveva ripreso l'attività pubblicistica, fondando a Roma nel luglio 1912 La Rivista dei Balcani, pochi mesi prima che il congresso nazionale di Valona presieduto da Ismail Kemal proclamasse l'indipendenza dell'Albania.
ENNIO MASERATI
39> T. Tocci, Il governo provvisorio d'Albania cit., pp. 43-59. 4Ó> Cfr. E. LODOLINI, art. cit.
*V Cfr. A. SPALLICCI, La spedinone garibaldino in Grecia (Le giornate di Drisko), Forlì, 1913, pp. 17-18, 53-54.