Rassegna storica del Risorgimento
ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno
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1979
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pagina
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472
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LIBRI E PERIODICI
VLADIMIR NEVLER, La Russia e il Risorgimento (Studi Risorgimentali, 12); Catania, Bonanno, 1976, in 8, pp. 190. L. 4.800.
L'autore del volume, fin dall'Università ha preso una ce cotta per 1*800 italiano, e da allora lo storico Vladimir Nevler si è dedicato ad un'esplorazione sistematica degli Archivi e Biblioteche di Mosca e Leningrado, scovando 10 lettere autografe di Mazzini e 30 di Garibaldi. Su questi inediti ha costruito alcuni saggi, mirando ad illustrare i numerosi scambi di idee fra esponenti rivoluzionari russi, come Alessandro Herzen, Nicola Ogarev, Cerniscevski, Dobruliubov etc. con i Dioscuri della democrazia italiana. È una vera messe di notizie, talvolta già note, talvolta sorprendenti, che testimoniano appieno la popolarità riscossa in quei fervidi ambienti, e le preoccupazioni che nella polizia zarista destavano questi scambi epistolari. Nella campagna del 1860 alcuni osservatori russi seguirono le operazioni militari presso lo Stato Maggiore garibaldino come Nicolaj Berg, in qualità di corrispondenti, anche se i loro artìcoli furono ampiamente censurati in patria.
Particolarmente utile è la pubblicazione di una Bibliografia russa, e successivamente sovietica, su Garibaldi; invero l'interesse che il generale provocò in tutto il mondo slavo e balcanico, non poteva non suscitare l'attenzione russa, tradizionalmente sensibile a tutto quello che accadeva in quell'area. Una raccolta di saggi, questa; e di comunicazioni a Congressi storici. E come tutte le raccolte di lavori pubblicati in diversi tempi e diverse occasioni presenta il rischio inevitabile delle ripetizioni, che tuttavia denotano un costante interesse dell'autore verso la nostra storia risorgimentale.
FLORIANO BOCCINI
CONSTANTIN C. GIURESCU, Histoire de Bucarest; Bucarest, 1976, in 16, pp. 204, tre carte topografiche. Lei 27.
Nel leggere questa storia di Bucarest ci si chiede se sia stato opportuno scrivere un'opera che per molti versi è storica e d'altra parte e chiaramente rivolta a un pubblico di turisti, più che di studiosi, stranieri. IL semplice turista difficilmente ha il tempo di leggere notizie cosi dettagliate sulla storia di una città, dalle testimonianze archeologiche al moderni piani urbanistici. Né il cultore di storia gradisce sempre la presenza di statistiche talvolta non critiche o la minuta elencazione dei principali edifici costruiti nelle varie epoche.
Detto questo, bisogna subito mettere in risalto come in alcuni punti il libro sia frutto di un serio sforzo di ricerca e non solo di compilazione: questo vale soprattutto per i secoli anteriori al XIX. Interessante ed originale è l'individuazione dei villaggi assorbiti da Bucarest nel corso dei secoli, come delle fonti d'acqua via via utilizzate per i crescenti bisogni della popolazione. Giurescu inoltre, da storico di vaglia, non tralascia di esprimere il suo giudizio critico sui diversi avvenimenti succedutisi nei secoli, dallo stanziamento in età neolitica dei primi nuclei umani sul territorio dove sorge attualmente Bucarest ai più tradizionali problemi della storiografia romena. Per l'autore l'occupazione gotica della Dacia romana non significò la fine delle relazioni, commerciali e non, tra le due sponde del Danubio poiché quei barbari erano entrati nei confini dell'Impero in qualità di foederati; H termine troian presente in documenti del Quattrocento e del Seicento indica sicuramente resti di fortificazioni romane; a riguardo di Tudor Vladimirescu, capo della sfortunata rivolta del 1821, egli non ha dubbi sulla alleanza più che tattica di questi con l'Eteria contro i Turchi. Pur riconoscendo questo impegno critico dell'autore, si deve avanzare un'altra riserva: non si può discernere come si pretende nel libro la storia di Bucarest da quella del resto della Romania, onde si finisce per parlare di fatti ohe