Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno <1979>   pagina <478>
immagine non disponibile

478
Libri e periodici
In definitiva il libro di Villani documenta la necessità che in questa fase degli studi sull'Italia napoleonica si proceda contemporaneamente all'esame sistematico e capillare di zone ristrette e singoli problemi (l'Autore stesso ne dà l'esempio avviando con una ricerca sulla Calabria un'indagine su imposte dirette e distribuzione del reddito nel Mezzogiorno nel Decennio) ed all'inquadramento dei risultati via via acquisiti in una visione di ampio respiro, che tenga conto dei legami con l'Europa, soprattutto con la Francia.
In una visione generale per Villani non si può non tener conto del ruolo dei notabili e degli intellettuali, evidenziato in apertura di volume dallo studio su Vincenzo Cuoco, visto come l'espressione della classe dirigente risorgimentale che forma la sua ideologia attraverso le esperienze della rivoluzione e dell'età napoleonica* Oscillazione tra Croce e Marx? Diremmo, piuttosto, consapevolezza della complessità di un periodo che, per la ricchezza delle trasformazioni realizzate in tutti i campi, sarebbe insufficientemente valu­tato dalla considerazione di pochi aspetti, arbitrariamente giudicati i più importanti.
ALFONSO SCIROCCO
Risorgimento Veneto (Quaderni del comitato veneziano dell'Istituto per la storia del Ri­sorgimento italiano; 3); Venezia, Libreria universitaria editrice, 1978, in 8, pp. 110. S.P.
Sembrano avviati a cadenza più, regolare i numeri di Risorgimento Veneto, che nel 3 numero raccoglie due saggi, preceduti da una presentazione del Presidente del Comitato, Giovanni Pillinini. Il primo, di Nicola Mangini, tende ad illuminare un periodo poco studiato della storia veneta, quello della sua appartenenza al Regno Italico. L'argomento è un po' inconsueto: Della censura teatrale nel Veneto sotto il Regnò Italico . Le libertà democratiche dei primissimi tempi avevano lasciato il passo ad una censura governativa, che spesso, per eccesso di zelo raggiunge il ridicolo. L'autore in appendice riporta integral­mente un <c Elenco delle rappresentazioni drammatiche ammesse pei teatri del Regno d'Italia , opuscolo compilato dal Direttore generale di Polizia, Mosca, nel 1811, ed inviato a tutte le Prefetture del Regno. È sintomatico che su oltre 500 opere registrate la più parte siano versioni dal francese, ed assai meno, dal tedesco. Questo in un'Italia dove Goldoni ed Alfieri avevano cosi profondamente operato nella produzione teatrale! Segno di una politica culturale perseguita dal Governo Napoleonico, e tesa a presentare un buon numero di testi oc purgati e scialbi, mostranti però l'esaltazione della virtù .della famiglia, e del sovrano.
L'altro saggio è di Silvio Tramonlin, acuto studioso di storia ecclesiastica, che sceglie, in riferimento al centenario della morte del Pontefice, il tema ce Pio IX ed il Veneto . Il lungo periodo di pontificato, i diversi piani nei quali agi (il politico ed il religioso), provocarono ovviamente contrastanti riflessi. Certo, se il mito del papa liberale provocò grandi entusiasmi nel Veneto, l'allocuzione del 29 aprile lo deluse, mentre aspettava il concreto aiuto dello Stato Pontificio. Nel 1860-70 i concili! provinciali veneti ribadirono la necessità del potere temporale, pur desiderando sinceramente il clero l'unione all'Italia, come dimostrò nel 1866. Dopo il 20 settembre si manifesta invece un movimento di asso­ciazionismo cattolicao, ancora confuso ed elitario, ma ancora nel nome di Pio IX. IL Tramontin a questo proposito rileva dai registri parrocchiali, come numerosi furono i nomi di Pio o Pia imposti a neonati veneziani fra il febbraio 1847 e il luglio 1849 (una media del 20 ), mentre dopo il 1870 saranno i pionieri dell'associazionismo cattolico ad imporlo ai loro figli.
FLORIANO BOCCINI