Rassegna storica del Risorgimento
ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
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1979
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Libri e periodici
Tunisi ai occupa infine della religiosità popolare; registra una prevalenza degli aspetti devozionali e liturgici su quegli interiori, ma trattando delle confraternite laicali non condivide il giudizio di chi le liquida come organizzatrici soltanto di feste patrimoniali, bensì attribuisce loro l'iniziativa laicale nel campo dell apostolato, dove le strutture parrocchiali, rivolte alle funzioni sacramentali, non giungevano.
Lavoro senz'altro encomiabile, più sotto il profilo di raccolta di fonti che di sintesi storica, come riconosce lo stesso autore nella prefazione. Inoltre l'utilità della ricerca è accresciuta dal fatto che il quadro ori t a no ai può estendere ad altre diocesi rurali pugliesi, o più genericamente meridionali, data la affinità delle situazioni. Un'affermazione dell'autore ci sembra un po' eccessiva; ed è quello di porre l'inizio cronologico del Risorgimento al 1830-1832, il che ci pare cesione non abbastanza giustificabile; ma è appunto marginale per un'opera attenta e diligente.
FLORIANO BOCCINI
MARGHERITA PETROBONI CANCARINI, Camillo Ugoni letterato e patriota bresciano, voi. IV: Epistolario (1843-1854) (Regione Lombardia, Fonti e sussidi, 8); Milano, SugarCo, 1978, in 8, pp. 373. L. 4.500.
Con la pubblicazione del terzo volume dell'epistolario di Camillo Ugoni, si conclude la lunga ricerca della Petroboni Cancarini, iniziata con la biografia del Nostro (si vedano le nostre recensioni sulla Rassegna del 1976, pp. 73-74 e 1977, p. 70). L'epistolario è, in quest'ultima parte, di esclusivo interesse letterario, poiché l'Ugoni, dopo il suo brevissimo intervento nella politica attiva del 1820, si estranea volutamente da qualsiasi problema che esuli dai suoi interessi specifici. La sua è una precisa scelta di vita: ogni impegno è rivolto unicamente ai suoi studi, ai suoi lavori, alle amicizie con gli uomini più rappresentativi della cultura ottocentesca, in primo luogo col Manzoni.
È un isolamento completo: solo le tragiche vicende del 1849 che colpirono la sua Brescia sembrano in qualche misura coinvolgerlo, ma sono brevi momenti, e proprio dalla realtà esterna è anzi spinto a rituffarsi ancor più profondamente nei suoi studi. Scriverà infatti nel luglio 1849 all'amico Pezzana: e Ho sempre proseguito quegli studi di storia letteraria, a' quali avete coadiuvato ... tanto più necessari ora per me, quant'è più stringente il bisogno di stornare la mente dalle cose pubbliche (p. 132); in questo distacco dagli eventi esterni doveva passare gli ultimi anni di vita.
Vanno sottolineati, da ultimo, la puntuale ed attenta pubblicazione dei documenti, la ricchezza di note e di rinvìi, l'accurato indice cronologico e dei nomi che attestano il valido lavoro svolto dalla Petroboni Cancarini.
GABRIELLA CIAMPI
TOMMASO PEDÌO, Classi e popolo nel Mezzogiorno d'Italia alla vigilia del 15 maggio 1848; Bari, Edizioni Levante, 1979, in 8, pp. 454. L. 11.500.
Potrei anche, molto semplicemente, esaurire questa mia recensione ad una rilettura di alcune pagine dell'articolo di Ruggero Moscati, dedicato a Ferdinando II e pubblicato nel volume XXXI (1947-49) dell'Archivio storico per le province napoletane, tanto esse sono appropriate per l'individuazione e la confutazione dei presupposti secondo i quali si muove la ricostruzione di Tommaso Pedìo.
Ad esempio, nel non avvertire la presenza di sentimento unitario a Napoli, l'autore sottovaluta senza appello ce le aspirazioni di coloro che, rifacendosi ad una tradizione nobilissima di pensiero meridionale ed ispirandosi agli esempi luminosi dei martiri del 1799, del 1820 o del 1828, lottano per inserire la loro esperienza nel circolo vivo della vita politica e morale dell'intera nazione .