Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno <1979>   pagina <492>
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492 Libri e periodici
transizione verso il socialismo. Egli è stato infatti paladino di un nuovo umanesimo economico improntato a un serio pragmatismo, ispirato da principi cristiani e volto a sconfìggere la fame in uno spirito di universalità, di sovrannazionalìsmo, di rispetto della dignità, di uso costruttivo della scienza .
Per chiarire ulteriormente le riserve di De Castro verso un certo tipo di progresso tutto incentrato sull'industrializzazione è opportuno ricordare alcune parole che nel 1964 egli rivolgeva evidentemente al governo progressista di Goulart in uno scritto [Agricolture, Land Reforms and Economie Development, Varsavia, Polish Scientific Publishers, 1964; anche Un dilema - Pao au ago? (Un dilemma - Pane o acciaio?) apparso in AÀ.VV., 0 Brasi! na encruzilhada (H Brasile al bivio), Lisboa, Quadernos dom Quixote, 1970, pp. 9-31] non citato nella pur vasta bibliografìa di De Castro pubblicata in appendice dall'autore: Ogni tentativo per esigere che il pubblico paghi il costo del progresso al di là del tolle­rabile corre il rischio di creare scontento e pericolose tensioni sociali... Se puntassimo sol­tanto allo sviluppo di una parte della nazione, immolando a questo nuovo Moloch gli svan­taggi e i dissensi dì altre aree ancora più sottosviluppate, falsificheremmo il significato del vero sviluppo economico (ivi, pp. 30-31).
FRANCESCO GUIDA
DIOMEDE IVONE, Associazioni operaie, clero e borghesia nel Mezzogiorno tra Ottocento e Novecento; Milano, Giuffrè, 1979, in 8, pp. 264. L. 7.000.
Questo lavoro di Diomede Ivone si colloca nel novero della più aggiornata tendenza storiografica sul Mezzogiorno d'Italia, che evita di catalizzare esclusivamente la propria attenzione sul nodo tradizionale della Questione meridionale, che per decenni è stato il principale punto di riferimento del dibattito sul Mezzogiorno. A questo tipo di problema­tica storica, che necessariamente ha teso a privilegiare il dibattito sul piano delle idee, si cerca di affiancare una vera e propria storia del Meridione.
Fermi restando i notevolissimi ed indiscutibili contributi del dibattito precedente, si tende ora a sostituire ad una storia delle idee sul Mezzogiorno, una vera e propria storia del Meridione, in cui ha prevalenza l'analisi delle realtà contingenti, dei fatti, che messi in rapporto tra loro ai vari livelli e soprattutto nel successivo ed indispensabile collega­mento col più vasto ambito della problematica storica nazionale, permettono una nuova visione ed offrono originali ed interessanti spunti di ricerca e di analisi. Ad un tipo di storiografia che aveva come punto di partenza argomentazioni e problematiche su nodi storici nazionali di tale rilevanza "quale il sorgere del dualismo Nord-Sud, si comincia a sostituire come spunto iniziale l'analisi delle società, delle strutture sociali, economiche, politiche locali, insomma delle realtà contingenti, collegandole, dove possibile, tra loro, per poi metterle in relazione coi grandi nodi dello sviluppo nazionale, evitando con questo di cadere netto sterile localismo, trappola di certo facile in tale tipo di impostazione.
L'opera in questione, strutturata in cinque capitoli monografici, analizza lo sviluppo dell'associazionismo di mutuo soccorso e del cooperativismo sia laico, sia cattolico, dall'Unità ai primi anni del Novecento, indicando in tale processo l'origine del movimento operaio meridionale.
Il primo capitolo illustra questo sviluppo in Campania. Partendo dai primi anni postonitari, attraverso l'escussione di una serie di dati, riportati anche-in tabelle di facile lettura, si analizza la genesi e lo sviluppo del movimento associazionistico sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Il primo dato che immediatamente si evidenzia è il numero notevole di sodalizi fondati nel periodo 1880-90, rispetto ai periodi precedenti e successivi. Argomenti quali la' crisi agraria degli anni '80 e la svolta protezionistica del 1887, servono a spiegare tali sviluppi. Sul piano qualitativo e quindi anche politico, si assi­ste ad un fenomeno cronologicamente analogo. Dall'associazionismo paternalistico dei primi decenni postunitari, il cui dato di fondo era il semplice assistenzialismo e le forme miste di associazione, si passava nel- ventennio di fine secolo ad una maggiore articolazione del fenomeno, a cui certamente non fu estranea la riforma elettorale del 1882, che favori la riorganizzazione in campo nazionale dei gruppi dell'estrema* sinistra. Iniziative come la