Rassegna storica del Risorgimento
ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno
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1979
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pagina
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493
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Libri e periodici 493
creazione di autonome attività creditizie, quali casse di risparmio, banche cooperative operaie e cooperative di consumo, forniscono una prova significativa delle nuove spinte e del dinamismo che l'associazionismo manifestò negli ani '80, parallelamente alla crisi di vecchi organismi quali i monti frumentari, che ormai non erano in grado di dare risposte minimamente adeguate alle necessità che le dirompenti conseguenze della crisi agraria avevano comportato.
Il secondo capitolo, che certamente può essere considerato la parte dell'opera più, vasta ed approfondita, concentra l'analisi sulla Basilicata, ne analizza per grandi linee la struttura socio-economica, evidenziandone i gravi ritardi rispetto allo sviluppo del resto della nazione e per certi aspetti delle altre zone del Meridione. In tale situazione di arretratezza ed in funzione di essa si colloca lo sviluppo delle società di mutuo soccorso, nelle sue varie forme. Cronologicamente e quantitativamente il fenomeno sembra svilupparsi in maniera analoga e con caratteristiche simili a quelle già riscontrate per la Cam* pania. Ma è soprattutto sul piano qualitativo che l'arretratezza delle condizioni generali faceva sentire il proprio peso. Estremamente lucida ci appare la descrizione dell'autore: oc In realtà le società operaie con il loro interclassismo apparivano come strumenti al servizio della organizzazione del consenso, grazie ai quali era possibile frenare i contrasti sociali, ridurli a dimensioni locali, controllarne ogni possibile sbocco eversivo. La Basilicata pertanto non fu investita da quei fenomeni politici e culturali che andavano maturando nel paese intorno agli anni Ottanta e che liberarono queste prime esperienze dalla soggezione borghese. Essa fu plaga remota in cui il paternalismo, ereditato da confraternite ed opere pie, vegetò sostanzialmente immune dall'offensiva della politica che invadeva la ricca terra vergine del movimento operaio italiano (p. 110). La fine degli anni '80 vide, seppur con qualche eccezione, la crisi dell'associazionismo lucano; la causa che più incideva, secondo l'autore, era l'imponente fenomeno migratorio che cominciava a svuotare le campagne. D'altra parte, per quanto isolata, la Basilicata non poteva non risentire della crisi del mutualismo a livello nazionale, dove la dinamica economica e quindi politica, ingenerate dai processi di industrializzazione, avevano fatto esplodere le contraddizioni delle vecchie istituzioni mutualistiche.
H terzo capitolo, attraverso l'escussione di documenti originali, illustra la figura di Francesco Francipane, organizzatore di società operaie e leghe cooperative a Catanzaro ed in Calabria tra Ottocento e Novecento, fondatore nell'autunno 1896 della Camera del Lavoro di Catanzaro. Una figura questa particolare, di grande ed istancabile organizzatore, però sempre schierato su posizioni rigidamente legalitarie ed irriducibile avversario delle istanze e delle idee socialiste, insomma un riformista borghese, che si autoproclama va apolitico, che non riusciva a superare i limiti di un moralismo populista e di un equivoco operaismo mutualistico. Di tutto ciò testimonia eloquentemente l'interessante corrispondenza tra Io stesso ed Antonio MafFei dal 1904 al 1916.
Il quarto capitolo analizza per grandi linee l'associazionismo cattolico di fine Ottocento in Campania, Basilicata e Calabria, mettendo soprattutto in evidenza, nella parte finale, la differenza tra questo tipo di associazionismo cattolico erede delle chiese ricet-tizie , preoccupato soprattutto di contrapporsi a fenomeni di tipo .sovversivo quali il socialismo, chiuso nell'ambito di una società primitiva e profondamente arretrata, e quello del Nord che non poteva fare a meno di subire, come movimento di base, l'influenza dell'analogo movimento socialista.
L'ultimo capitolo passa in rassegna le vicende e le vicissitudini, dal sorgere alla scomparsa, di una istituzione cattolica locale, il Monte dei Pegni ed il Monte Frumentario di Squillace.
L'opera di Diomede Ivone appare di notevole interesse per i dati e le notizie che fornisce, soprattutto a chi come chi scrive sta studiando questa complessa materia, i cui primi risultati relativi alla Sicilia orientale sono in corso di pubblicazione, permettendo di evidenziare notevoli punti di contatto, interessanti prospettive di confronti, in una realtà per certi versi omogenea, ma in altri casi diversa da quella studiata da Ivone.
Lavori come questo, grazie ai dati che riportano, mostrano quanto possa essere fallace la ricerca in assoluto di fenomeni di proletarizzazione in realtà socialmente ed economicamente arretrate, dove contingenze, oggettive e non, hanno impedito lo svilupparsi di dina-