Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
anno <1979>   pagina <504>
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Vita dell'Istituto
nata di lavori si sono tenute le riunioni del Consiglio di Presidenza e della Consulta del­l'Istituto; e questa concomitanza ha favorito la partecipazione al Convegno di numerosi Presidenti o delegati anche di Comitati non compresi entro i confini geografici del territorio dell'ex Stato Pontificio, più direttamente interessati all'argomento in discussione.
La seduta inaugurale ha avuto luogo nell'atrio del Teatro Comunale dell'Unione, lo stesso che nel 1978 fu sede dei lavori del XLIX Congresso dell'Istituto; ed anche stavolta il cielo viterbese pur senza raggiungere, negli scrosci di pioggia, l'intensità dell anno precedente ha mostrato ai convegnisti un volto non precisamente amico, un cipiglio cor­rucciato interrotto solo da fuggevoli schiarite.
Il Presidente del Comitato di Viterbo, nel rivolgere il proprio saluto ai presenti, ha brevemente illustrato gli scopi dell'iniziativa, prospettando la possibilità di ripeterla, con cadenza biennale, negli anni in cui non si svolge il Congresso. Il saluto delle Amministra-zioni comunale e provinciale sono stati porti rispettivamente dal Vicesindaco di Viterbo, Di Gregorio, e dal Presidente della Provincia, Sposetti. Con simpatico gesto, il rag. Di Gregorio ha offerto al prof. Ghisalbcrti ed alla prof. Morelli una targa-ricordo. Il Pre­sidente dell'Istituto ha risposto ringraziando e sottolineando il legame che ricordi di antica data stabiliscono tra lui e Viterbo. La cerimonia si è chiusa con l'offerta di un vermouth da parte dell'Amministrazione comunale.
Ha dato inizio ai lavori del Convegno il prof. Dante Cecchi, con un ampio esame della situazione dell'amministrazione pontificia sotto il Consalvi. La sua analisi che parte da quando il futuro cardinale passò, nel 1800, dalle mansioni di segretario del Con­clave testé concluso a quelle di segretario di Stato, chiamatovi dal neoeletto pontefice ~ passa in rassegna l'azione che il Consalvi e Pio VII svolsero nell'ambito della pubblica amministrazione, per attuare l'ammodernamento ed il potenziamento delle strutture statali, anche mediante l'accettazione di ciò che nelle innovazioni ce giacobine e francesi vi poteva essere di moderno ed efficace e, nel contempo, di conciliabile con la particolare natura dello Stato Pontificio. La relazione tratta ampiamente le due successive fasi del­l'opera politica svolta congiuntamente dal pontefice e dal cardinale: la prima conclusa nel 1806, con l'allontanamento del Consalvi imposto a Pio VII da Napoleone caratte­rizzata da una serie di profonde riforme nella struttura delle amministrazioni locali, nella suddivisione della proprietà fondiaria, nei criteri di distribuzione del carico fiscale e da un rinnovato interesse per le industrie; la seconda (compresa fra il ritorno del Consalvi dal Congresso di Vienna ed il suo definitivo allontanamento dalla carica, alla morte di Pio VII) incentrata principalmente sulla promulgazione da parte del pontefice del Motti Proprio del 6 luglio 1816, definito dal relatore forse l'atto amministrativo più importante nella storia dello Stato della Chiesa .
Nel pomeriggio i lavori proseguono nella Sala Conferenze della sede dell'Amministra­zione provinciale, con una comunicazione del prof. Werther Angelini, che prende la parola per illustrare i diversi aspetti della vita sociale ed economica nel territorio della Delega­zione pesarese in periodo di Restaurazione, constatando anzitutto come le situazioni locali esistenti nel territorio stesso rappresentino un notevole ostacolo all'azione con cui il Con­salvi tenta di ricostituire a suo modo lo Stato nell'immediato dopoguerra napoleonico. Il relatore considera questo atteggiamento di resistenza ce amaro frutto anche di un'avventu­rosa privata condotta finanziaria della fine del secolo XVIII, coinvolgente nelle sue conse­guenze il vecchio capitale fondiario , ponendo inoltre tra le cause che lo determinano il persistere di strutture antiquate nel quadro delle attività agricole ed industriali, nonché la perplessità e la sfiducia che epidemie, carestie ed aumenti dei prezzi hanno fatto nascere negli strati più umili della popolazione, mentre solo una minoranza che diverrà in seguito politicamente sospetta sente la necessità di ricostruire e di rinnovare*
La comunicazione del prof. Angelini chiude la prima giornata di lavori, poiché mo­tivi di salute hanno impedito al prof. Umberto Marcelli che avrebbe dovuto svolgere il tema: e La Restaurazione nell'opinione pubblica a Bologna di partecipare al Con­vegno.
La seconda giornata è stata aperta dal prof. Vittorio Emanuele Giuntclla, che ha par­lato su ce La Restaurazione nelle pastorali dei vescovi del Viterbese , individuando in primo luogo nelle tensioni drammatiche del periodo napoleonico la chiave per comprendere