Rassegna storica del Risorgimento
ALBANIA RELAZIONI CON L'ITALIA 1884-1911; GARIBALDI RICCIOTTI C
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1979
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Vita dell'Istituto
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la reazione (spesso configuratasi come netta ostilità) del vescovi della Tuscia al tentativo del Consalvi di un prudente aggiornamento dello Stato Pontificio. La quasi totalità dell'episcopato del Viterbese, infatti, ai era rifiutata di prestare giuramento all'imperatore, e per questo atteggiamento tre dei suoi membri (i vescovi di Acquapendente, Bagnorea, Nepi e Sutri) erano stati deportati in Francia, dove il primo di essi era morto. Perciò, i vescovi ed i sacerdoti che tornavano dalla deportazione (ed analogo atteggiamento si riscontra nei cardinali Severoli e Gazola, il primo nominato vescovo di Viterbo nel 1808, l'altro chiamato nel 1814 a sostituire nella diocesi di Montefìascone il filonapoleonico cardinale Maury) ai mostrano ostili alla politica del Consalvi e di Pio VII, sia perché vedono in essi coloro che hanno accolto nello Stato i Napoleonidi in esilio, sia perché il Mota Proprio del 1816 non ristabiliva i privilegi dell'episcopato e del clero e sembrava dare inìzio ad un processo di secolarizzazione dello Stato stesso. A conclusione del suo intervento, il relatore ha precisato che i risultati della ricerca non possono considerarsi definitivi, per le difficoltà di reperire, per tutte le diocesi, le pastorali.
Sulla Restaurazione a Perugia parla infine la dott. Claudia Minciotli, le cui recenti ricerche d'archivio hanno consentito di gettare una nuova luce sugli aspetti finora scarsamente studiati dell'inserimento di Perugia nel ricostituito Stato Pontifìcio dopo la fine dell'impero napoleonico. Di questo complesso momento storico necessariamente visto in confronto con il periodo precedente vengono esaminati il discorde atteggiamento delle varie classi sociali di fronte al crollo della potenza napoleonica e la reazione dell'opinione pubblica alle riforme consalviane. In relazione a quest'ultimo punto, la relatrice rileva da un lato la resistenza alle riforme stesse atteggiamento che trova conferma nella scelta di due cardinali zelanti come rappresentanti della città presso la S. Sede e dall'altro il delinarsi dei primi segni di irrequietezza che sfoceranno successivamente in opposizione politica e nel 1831 in aperta ribellione.
Dopo un dibattito sulle varie comunicazioni, un vermouth offerto dall'Amministrazione provinciale ha chiuso ufficialmente i lavori del Convegno.
Il Presidente ed il Segretario generale dell'Istituto hanno preso parte, il 21 settembre, alla premiazione degli alunni vincitori del concorso indetto dal Comitato di Viterbo tra gli allievi delle scuole medie di primo e secondo grado della provincia, per una monografia su vicende e personaggi del Risorgimento nella Tuscia. Era presente alla cerimonia il Provveditore agli Studi di Viterbo, dott. Peciccia. La Commissione giudicatrice del concorso era rappresentata dalla dott. Morera, Assessore provinciale alla Cultura, e dai proff. Vi-smara e Grassi, rispettivamente Vicepresidente e membro del Consiglio direttivo del Comitato. La Sala Conferenze della sede dell'Amministrazione proviniciale, in cui la premiazione si è svolta, era affollata di presidi, insegnanti e studenti.
Prendendo la parola dopo il prof. Vismara e la dott. Morera che hanno illustrato l'iniziativa e gli scopi che si prefigge il prof. Ghisalberti si è compiaciuto con i giovani per l'interesse da essi dimostrato per le ricerche storiche e per le memorie della loro terra. È seguita la consegna ai vincitori dei premi in denaro e dei diplomi di benemerenza.