Rassegna storica del Risorgimento
COMITATO LATINO DI PARIGI; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1980
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4
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Giuseppe Monsagrati
linea che aveva le sue pericolose basi nel socialismo e nel repubblicanesimo. Dall'altra parte l'opinione di chi, come Quadrio e Mazzini, riteneva che il Manifesto neo-latino era stato insidiosamente suggerito a Lamennais da alcuni vanitosi italiani e che quindi il povero Lamennais si era lasciato infinocchiare 6) facendosi persuadere della necessità di piantare una bandiera separata . Anche Bixio si diceva certo che Lamennais, amico di Mazzini , non aveva creduto di pigliarsela con il Comitato Europeo , e soggiungeva con un riferimento ai dissidenti : i nostri grandi di Parigi hanno con molta arte sorpreso la sua buona fede .8) Qualcun altro, più concretamente, si accontentava di constatare che il neonato Comitato si presentava come ostile al Comitato mazziniano di Londra; poi, però, di fronte al rischio che esso potesse fare in Italia propaganda repubblicana e creare imbarazzi al governo piemontese , ne chiedeva una sorveglianza assidua da parte della legazione sarda a Parigi.9) Nei mazziniani come in Gioberti una nota, comunque, era comune: la scarsa considerazione e diciamo pure il disprezzo per il carattere vano ed ambizioso di Montanelli. Per Mazzini proprio quel carattere meschino era all'origine di una iniziativa che si poneva come contraltare al Comitato democratico europeo ed era solo un altaruccio ,10) si fondava sui nobili principi dell'umanitarismo di Lamennais, uomo che va rispettato: puro e di convinzioni ,U) ed era concetto gretto, frazionario, dissolvente , troppo per essere escito dal cervello di Lamennais . Quanto a Gioberti, questi, pur non avendo gli stessi motivi di critica, dal momento che era legato al toscano da buoni rapporti, era ancora più duro nei suoi giudizi e a chi gli chiedeva notizie di Montanelli ne tracciava un ritratto che era una patente d'incapacità politica, ritratto che pur essendo apparso nel volume dell'Epistolario giobertiano sin dal 1937 è praticamente inedito per la semplice ragione che, mancando il relativo riferimento nell'Indice dei nomi finale, non mi sembra che sia mai stato utilizzato. Scriveva Gioberti:
Voi mi chiedete del Montanelli, con cui sono in termini amichevoli, ma non ho frequenza né intimità di domestichezze. Ci veggiamo assai raramente e andiamo poco d'accordo in politica, perché egli è poeta lirico, e io sono umile prosatore. Oltre che io non muto facilmente opinione e l'amico si diletta di variare, ora trasportato dalla fantasia ora aggirato da quelli che lo attorniano. Il che però sia detto fra di noi, per evitare i pettegolezzi che nascerebbero se questo mio parere si divulgasse. Ben vi dico in confidenza che
4) Gioberti a Pallavicino, 13 novembre 1851, in V. GIOBERTI, Epistolario. Edizione nazionale a cura di G. GENTILE e G. BALSAMO CRIVELLI, X, Firenze, Vallecchi, 1937, p. 309.
5) Quadrio a G. Grilenzoni, 26 settembre 1851, in M. QUADRIO, Epistolario, li, Roma, Tip. E. De Angelis, 1879, p. 38.
6) Mazzini alla madre, 24 agosto 1851, in S.E.I., XLVH, p. 28.
7) Mazzini a P. Gironi, 18 agosto 1951, ivi, p. 25.
*) N. Bixio a G. Reinorino, 28 agosto 1851, in N. Bixio, Epistolario, a cura di E. MORELLI, I, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1939, p. 48.
9> G. Pallavicino ad À. Bianchi-Giovini, 9 luglio 1851, in G. PALLAVICINO, Memorie pubblicate per cura della moglie, II: Dal 1848 al 1852, Torino, Roux, Frassati e C, 1885, p. 403.
10) Mazzini a P. Giannone, 14 luglio 1851, in S.EJ., XLV, p. 324.
U) Mazzini a P. Cironi, 18 agosto 1851, ivi, XLVII, p. 25.
12) Mazzini a P. Giannone, 14 luglio 1851, ivi, XLV, p. 322.