Rassegna storica del Risorgimento

MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
anno <1980>   pagina <23>
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Le fonti di Giuseppe Massari 23
Documenti inviati per la biografìa di La Mannora, che, però, sono stati sfruttati solo parzialmente.40) Credo, quindi, interessante leggere la descrizione del palazzo reale scritta a commento dell'udienza scherzosa durante la quale il diplomatico francese era stato rimproverato dal Sovrano, presente e connivente il presidente del consiglio Azeglio, per avere esportato clandestinamente il pane di munizione fornitogli dal ministro della guerra.
Gustave de Reiset, dunque, era stato chiamato a colloquio per le 7 di sera negli appartamenti privati, in quelle grandi stanze illuminate, si fa per dire, da un'unica candela e freddissime. Les chambres du palais de Turili così le descrìve il francese sont très-élevées, très-grandes, ornées au plafond de vieilles belles dorures et de vieilles tapiserries, la lumière était vacillante. Il buio impressiona il visitatore tanto da fargli pensare che... Si j'avais été dans le palais des Borgia, au lieu d'étre dans colui d'un descendant des Saints de la maison de Savoie, je me serais, je crois, au lugubre de cotte mise en scène, mis sans plus tarder à faire mon examen de conscience . Anche la grande camera del Re è immersa nel buio; le candele, infatti, sono solo due. Tutta questa messinscena era per dimostrare che il Sovrano savait tout, qu'il connaissait tout, et que rien ne se faisait chez lui sans qu'il en fut au courant .4
È un po' strano che Massari usi parole serie e compassate e non abbia voluto, nella biografia di La Marmora, dare una prova dello spirito arguto del Re. Vedremo anche in seguito come egli abbia volutamente omesso molte notizie che ne caratterizzavano il temperamento, notizie che sono, invece, indispensa bili per capire la simpatia che circondava l'uomo Vittorio Emanuele. Un esem­pio, subito, in questo brano della lettera di Giovanni Lanza, al quale il compito che si era assunto Massari appariva difficile anzi che no , anche perché tutto né si può ancora dire, né sapere . Aggiungeva:
Per me è però fin d'ora fuori di dubbio che senza un carattere come quello di Vit­torio Emanuele non si sarebbe fatta ri tali a, per quanto possa essere stato il merito degli uomini che lo hanno circondato. La Provvidenza lo ha creato a bellaposta per la fortuna d'Italia. Le sue qualità più spiccate furono una lealtà cavalleresca a tutta pruova, una nobile passione di segnalarsi in imprese che ampliando i suoi dominj gli assicurassero pure l'affetto e la gratitudine del popolo, un buon senso raro, e un giudizio intuitivo nell'af-ferrare nei momenti difficili il partito più sano e conveniente; nessuna ostinata predilezione di persone, grande rispetto e osservanza alla pubblica opinione e alle esigenze costitu­zionali.
Lanza poteva parlare a ragion veduta, per il favore che gli fu accordato nonostante il suo passato politico. La volontà di un popolo oppresso pro-segue erasi compenetrata nella sua, ed ebbe la bella sorte di farla trionfare . Egli è convinto che questa sia la fonte del mito, la ragione della sua immensa popolarità, che diverrà leggendaria . **>
40) G. MASSARI, II generale Alfonso La Mormora. Ricordi biografici, Firenze, Barbera, 1880, pp. 106-107 dove pubblica solamente la lettera di La Marmora a Reiset senza accen­nare ai successivi sviluppi... reali della questione; ad essi accenna, di sfuggita, G. DE REI-SET, op. cit., voi. I, p. 398 sgg.
41) Lettera di Gustave de Reiset del 20 luglio 1878.
42) Lettera di Giovanni Lanza del 2 febbraio 1878 che risponde alla richiesta di Massari del 30 gennaio edita in DE VECCHI DI VAL CISMON, Le carte di Giovanni Lanza, voi. X, Torino, R. Deputazione subalpina di storia patria, 1941, p. 16.
Tutte le citazioni di frasi del Lanza saranno desunte dalla lettera del 2 febbraio.