Rassegna storica del Risorgimento

MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
anno <1980>   pagina <25>
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Le fonti di Giuseppe Massari
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di Gramont che sembrerebbe, però, avergli fornito solo il resoconto dell'udienza reale del 6 o 7 giugno 1854; la stessa limitazione appare anche in una nota apposta alle successive edizioni, dove Massari risponde alle critiche che gli erano state rivolte e ai dubbi sulla autenticità delle sue fonti. In realtà, il 6 feb­braio 1878, per non fare la fatica di riscrivere cose già scritte, Grajmont aveva inviato pagine delle sue memorie (ancora oggi inedite), quelle sulle quali è ricostruito, parola per parola, ora in originale, ora in traduzione, il testo di tutto il capitolo.
Sono necessarie alcune precisazioni. La prima lettera di Gramont, in risposta alla richiesta specifica di notizie sul trattato, è del 2 febbraio. In essa il francese chiedeva qualche giorno di tempo pour ressembler non pas mes sonvenirs car gràce au Ciel ila ne s'eff acent pas encore, mais pour les fixer avec quelque dates et quelque détails qui en augmenteront beaucoup l'intérèt. Anticipava già la sua tesi di fondo. Le Roi a en effet pris au traité de Janvier 1855, une part personneUe qui a été decisive et on peut dire que sane lui le traité ne se serait pas fait bien que Cavour en eut envie .
Il 6 si decideva, come dicevo, a inviare direttamente venti pagine delle sue Memorie, ribadendo ancora una volta: Vous y verrez des choses qui vous intéresseront et entr'autre la preuve que c*est le Roi qui a fait le traité . Il finale di questa lettera, nella quale Gramont chiedeva a Massari che gli facesse sapere a suo tempo cosa e dove avrebbe utilizzato la sua prosa, è stata edita dal Coto­gno. Non posso dare torto a quest'ultimo quando scrive che è posteriore ad un'altra che pubblica datandola 7 giugno 1873 (è, invece, del 1870 come indica giustamente Silengo);J ma devo notare che il suo successivamente copre uno spazio di sette anni e mezzo!
Tutte queste cose Omodeo non le sapeva, così come non conosceva le Memorie di Gramont. Non capisco, però, come abbia potuto attribuire a Mas* sari la voluta omissione della clausola riguardante l'alleanza con l'Austria, che si trova nella nota di Dabormida a Hudson del 5 maggio. Gramont e, quindi, neppure Massari la ricorda; l'unica nota pubblicata nella biografia è quella del 2 giugno, in clima politico assai diverso. Nella prima si doveva parlare dell'ai* leanza austriaca, e se ne parlò, in quanto era stata scritta dopo il burrascoso consiglio dei ministri che aveva censurato le promesse di Cavour a Hudson. 49>
Tutto ripreso dalle Memorie di Gramont il cap. XXXIV, con alcune omis­sioni e alcune aggiunte di scarsa importanza storica, ma indicative del modo di procedere di Massari. Inutile ripetere che si tratta di frasi che riguardano da vicino Cavour. Il conte, infatti, viene definito da Gramont, prima del colloquio con Hudson, come d'un caractère naturellement vif , tanto che écria il suo pensiero al ministro inglese. Nel successivo consiglio dei ministri, nel quale fu messo in minoranza per essersi lasciato sfuggire l'offerta dei 15.000 uomini,
47) Vedi RAFFAELE COTOGNO, La vita e i tempi di Giuseppe Massari, Trani, Vecchi, 1931, p. 216.
48) GIOVANNI SILENGO, Inventario dell'archivio Visconti-Venosta, voi. II, Santena, Fondazione ce Camillo Cavour , 1970, p. 209. Tutti i documenti Gramont sono conservati a Santena. Ringrazio Carlo Pìschedda e Giovanni Silengo per avermene cortesemente fatte avere le fotocopie, così conte della lettera di Gladstone che citerò più in là.
49) Solo cosi ai possono spiegare le critiche che si leggono in ADOLFO OMODEO, L'opera politica del conte di Cavour, p. I: 1848-1857, voi. II, Firenze, Vallecchi, 1940, p. 19, n. 1, p. 20, n. 1.