Rassegna storica del Risorgimento
MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
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1980
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Le fonti di Giuseppe Massari
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tono del racconto e i maggiori particolari, penso sia meglio leggere direttamente la prosa dell'informatore:
Vittorio Emanuele non solo era costituzionale, liberale, leale; egli desiderava di avere anche questo giusto credito presso il suo popolo. Ben lungi, pertanto dall'essere indifferente su ciò che si dicesse o pensasse di lui, egli desiderava anzi di esserne informato. Egli perciò non si accontentava delle informazioni che riceveva dalle persone colle quali si trovava in relazione necessaria, e uffiziale, ma voleva procurarsele anche con altri suoi mezzi particolari e privati e di sua scelta. Perciò sovente, e massime quando vi erano questioni ministeriali, ed altre questioni in cui la prerogativa Reale potesse essere più impegnata, soleva mandare nomini di sua piena confidenza, a lui affezionati, e anche addetti al suo servizio perché sentissero, e gli riferissero ciò che si diceva nei caffé, ed in altri luoghi pubblici sugli affari, e sulle cose del giorno, e per qualunque cosa gli si riferisse non se la prendeva mai col suo messo.
Questo brano, che si trova nel cap. XXXVI, è stato riferito dal Massari al 1855, mentre nelle intenzioni di Cadorna doveva ritenersi una constatazione generale. 11 racconto della crisi ministeriale si trova, infatti, bene staccato nel suo manoscritto.
E noto che la prima legge di soppressione della personalità civile dei conventi, e dei benefizi semplici, diede luogo alla offerta delle dimissioni del Conte di Cavour, e del Gabinetto, per causa delle proposte così dette conciliative fatte direttamente al Re dai Vescovi, che sedevano in Senato, le quali avrebbero finito per rendere quella legge affatto inefficace, sebbene fossero presentate sotto tutfaltro aspetto. Molte difficoltà si erano opposte alla proposta dei Vescovi, e questi eransi riservati di presentare un disegno modificato in modo che le facesse cessare, ma queste nuove proposte non venivano mai. Ed era difficile che potessero venire perché la questione era fra due principii opposti, ed uno di essi era già stato adottato dalla Camera dei Deputati. Era già trascorso un tempo abbastanza notevole per una crisi ministeriale, e il pubblico si inquietava sullo scioglimento che quella crisi avrebbe avuto, essendo manifesto che quello scioglimento avrebbe servito a dare in quei primi anni del regime costituzionale un nuovo indizio dell'indirizzo della politica del Paese.
H Re aveva conosciuto, e direi quasi sentita l'inquietudine del Paese, ed un mattino chiamato a sé chi stava di mezzo in questo affare come uomo politico, gli disse in modo reciso, ed in dialetto piemontese: Dica a quei Signori) che io aspetterò ancora sino alle tre dì oggi, e non oltre, le loro proposte. Se poi (soggiunse) le proposte non saranno ancora venute, in allora ' torno a la bestia neira (allora torno alla bestia nera). La bestia néra dei clericali era il Conte di Cavour.
La proposta non venne neppure alle tre ore; e Vittorio Emanuele mandato tosto a chiamare il Conte di Cavour, gli disse che non accettava le sue dimissioni e che lo pregava di rimanere al Ministero coi suoi colleghi.
Così fini questa crisi nella quale, sebbene alcuni sospettassero da principio che il Re si scostasse alquanto dalle vie costituzionali, egli provò che ciò non era punto vero, poiché egli fece solo quel tanto per cui risultò a lui, ed al Paese la impotenza del partito clericale anche nella sua parte più moderata.
Segue, quindi, il dialogo con il famiglio che gli portava notizie sull'umore della gente, quello ohe Massari riproduce senza avvertire, però, che Cadorna gli aveva precisato: Io tengo questo piccolo aneddoto dallo stesso Conte di Cavour, il quale lo seppe direttamente dallo stesso famigliare del Re, che era stato in esplorazione .
Restiamo ancora al 1855. I particolari sull'arredamento a Parigi sia del-