Rassegna storica del Risorgimento
MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
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1980
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29
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Le fonti di Giuseppe Massari 29
È ben nota la confidente amicizia che, forse anche per volere di Cavour, Massari aveva intrecciata con l'ambiente dei diplomatici accreditati a Torino. Abbiamo già parlato di Hudson, di Reiset e di Gramont; ora è la volta di Diego Coello che rinfresca la memoria del suo interlocutore sulla visita del duca di Valencia, gen. Narvaez, a Torino. La sua testimonianza è riprodotta integralmente.57)
La guerra. Perché Massari non ha tenuto in nessun conto il lungo racconto che gli ha fatto mandare il maresciallo Canrobert? Lo riassume in un solo periodo: Il maresciallo Canrobert, che tra i comandanti delle schiere francesi ra il primo a giungere a Torino, mostrò la maggior premura nel secondare le istanze che il Re ed il suo governo gli facevano per provvedere alla difesa, fino al segno di addossarsi la responsabilità gravissima di non attenersi strettamente alla esecuzione delle istruzioni che aveva ricevute >.59) Non credo si possa pensare a una voluta omissione solo perché Massari non intendeva addentrarsi in questioni particolari di strategia militare relative alla difesa di Torino sulla linea della Dora Baltea o su quella Casale-Alessandria. Anche le parole che il maresciallo mette in bocca al Re avrebbero potuto essere riferite senza pregiudizio al suo mito. A mio avviso, Massari non ha capito le ragioni che avevano spinto Cavour a recarsi nottetempo quasi furtivamente da Canrobert e, non potendo omettere solamente quel drammatico colloquio del quale non aveva avuto notizia diretta (non vi accenna nel suo Diario), evita di entrare anche in altri particolari. Ed invece le concitate parole di Cavour ci danno la misura di uno stato d'animo ben comprensibile in chi, dopo aver preparato con tanta intelligente fatica la guerra, doveva cedere il bastone del comando ai sopraggiunti militari; essi erano ora padroni assoluti, padroni di distruggere tutto il suo piano, per quelle che dovevano apparire a Cavour banali preoccupazioni di carattere pratico. Ed è uno stato d'animo che durerà per tutto il corso delle operazioni ed esploderà a Villafranca.
Ma leggiamo per intero il racconto di Canrobert che, a Susa, ha ricevuto ordine di star fermo fino al ricongiungimento delle sue forze con quelle che sarebbero sbarcate a Genova. Le sue istruzioni, però, recavano in calce un post scriptum per lui solo da tenere segreto a tutti.
Toute fois, le Roi Victor Emmanuel et le General Frossard représentant la ligne de la Dora Baltea comme très-bonne à défendre, le Maréchal Canrobert la reconnaitra lui-mème et, si elle lui parait felle, il est autorisé, sous sa responsabilìté personnelle, à la défendre.
Per questo il maresciallo si reca subito a Torino. Ed ecco il seguito del suo racconto.
La Capitale Piémontaise, ville ouverte, était une proie facile. Les Autrichiens se mon-Iraient à quelques lieues; du haut des clochers, on pouvait les apercevoir dans la direction de Vercel. Les habitants de Turin étaient dans l'anxiété; on parlait déjà d'cmballer les archives du royaume. Dans cette situation critiqque, le Roi de Piémont, qui n'avait du coté de Turin que 25.000 h. environ, envoya au Maréchal Canrobert, dèa son arrivée à Suza,
57) Cap. LI. La lettera di Diego Coello de Portugal y Quesada è senza data, ma, poiché risponde alla circolare di Massari, deve essere dei primi mesi del 1878.
58) Accluso a una lettera del 24 marzo 1878 del suo aiutante di campo. Il racconto è certamente arrivato in tempo.
59) Cap. HI.