Rassegna storica del Risorgimento
MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
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1980
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Emilia Morelli
1878, nella quale è contenuto il testo del commento del Re a quel che il Pepoli etesso aveva intenzione di scrivere a Napoleone III, commento che Massari riferisce, assieme alle accorate parole sui chassepots.
Ci resta da ricordare, per questo tormentato capitolo, la testimonianza di Revel, che è ripresa solo vagamente. Dopo avere lamentato il fatto che il Re lo scavalcasse, discutendo con Rattazzi persino di questioni militari, finisce con l'elogiare l'atteggiamento del Sovrano durante la crisi: Quando il Ministro Rattazzi di dimise e Cialdini ordiva la tela di un Ministero, ebbi sovente a combinare col Re (essendo io il solo dei ministri demissionari che volesse vedere) dei telegrammi a Napoleone e dispacci ai ministri, e rimasi attonito della sua oculatezza, energia, e tatto nel trattare gli affari . 9)
È veramente un peccato che, prendendo alla lettera la richiesta di Massari di conoscere aneddoti sulla vita del Re, Cambray Digny non si soffermi se non su insignificanti avventure di caccia.9I) Avrebbe avuto da dire la sua sulla crisi Menabrea! Alla quale si riferisce, invece, Gennaro De Filippo, quello che il Re chiamava il mite ministro :
È noto che Vittorio Emanuele avea una particolare affezione per me, quando era Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti, tanto che nella formazione del nuovo Ministero Menabrea-Digny (in seguito del mal augurato accordo fatto con la Permanente), il Re non volea assolutamente accettare le mie dimissioni che avea già dato con Cantelli e eoa Broglio.92
Sono arrivata agli anni settanta, per i quali Massari attinge a piene mani alla testimonianza di Stefano Castagnola.93) Il quale gli invia il testo della lettera della principessa Clotilde che Massari volgerà in terza persona perché Castagnola gli dice di averla sentita leggere e di averla copiata dal suo giornale , sentita leggere dal Re durante la consueta seduta per la firma dei decreti del 3 settembre. Sella, che avrà in dono l'originale,94) fa una strana confusione. Parla di consiglio dei ministri del 28 agosto, ma accenna contemporaneamente al Re che firmava decreti;95) a tanti anni di distanza la cosa è comprensibile; noi dobbiamo prestar fede a Castagnola e al racconto di Massari.96) Ma sono questioni di poco conto. Interessa maggiormente la reazione del Sovrano. Sella lo ricorda severo e taciturno , mentre Castagnola lo descrive come concitato, e direi quasi superbo ; cogli occhi scintillanti di gioia la fece leggere . La
9) Lettera cit. alla n. 45.
91) Lunga Ietterò di Luigi Guglielmo de Cambray Digny del 9 febbraio 1878.
92) Lettera di Gennaro De Filippo senza data anche per il racconto sulle domande di grazia del cap. LXXXVI.
93) Cap. XCI. Castagnola (vedi n. 79) dichiara di riprendere dai suoi appunti le notizie che invia a Massari; esse non coincidono sempre con la versione a stampa (STEFANO CASTAGNOLA, Da Firenze u Roma. Diario torico~politico del 1870-71. Torino, Roux e Frassati, 1896); dobbiamo ritenere che il testo originale sia stato manipolato prima dell'invio in tipografia.
94) Vedi Le Lettere cit., voi. II, p. 1483, anche per il commento del Sella.
95) Nei Verbali del Consiglio dei Ministri, voi. II, per il periodo 1 giugno 1867-5 ottobre 1884 conservati all'Archivio centrale dello Stato risulta che il Consiglio si è adunato il 24 e il 31 agosto, il 2 4, 5 settembre. A ulteriore riprova i riassunti delle discussioni in Consiglio redatti da Giovanni Lanza, in DE VECCHI DI VAL CISMON, op. cit., voL VI, p. 403.
96) Cap. XCI.