Rassegna storica del Risorgimento
MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
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1980
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41
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he fonti di Giuseppe Massari 41
frase diventa, in Massari: la leggeva ai suoi ministri con occhi scintillanti di soddisfazione e di paterno orgoglio .
Ancora di Castagnola, informatore prezioso, il racconto di quel che accadde nel 1872 al Politeama di Napoli e l'ordine di far togliere i cartelli Vietato fu-mare,9** così come la notizia sulla lettera con la quale Pio IX chiedeva di far chiudere un postribolo a Roma.9fi) Massari ha omesso la descrizione della Guardia Nobile che aveva fatto da postino. Noi oggi sappiamo che si trattava di Filippo Crispolti, nome allora ignorato sia dal Sovrano, sia dal ministro.99) A Vittorio Emanuele era apparso un bel giovinotto con un bel paio di baffi .
Ho qualche dubbio che il Re sapesse bene il significato di Belial, perché Castagnola gli mette in bocca questa frase: e tocca sempre con quel Belial . Anche Massari, che si sente in dovere di spiegare di chi si tratta, non risale ai padri della Chiesa, ma a Milton; sia Pio IX, sia il Re, sia Massari non volevano evocare a tutte lettere il Diavolo! Da notare, infine, che il ministro anonimo che avrebbe sottolineato parlando col Sovrano l'accenno del Papa al Governo, il che implicava una specie di riconoscimento, ha un cognome preciso nei ricordi di Castagnola. Si tratta di Giovanni Lanza.
Questa la ragione per cui azzardiamo l'ipotesi che si riferiscano a questo episodio certe frasi scritte proprio da Lanza a Massari per illustrare i rapporti Pio IX-Vittorio Emanuele.
Professò sempre il massimo rispetto al Pontefice e le sue relazioni personali tanto per lettera, quanto per ambasciate, furono sempre riverenti, affettuose e reciprocamente. Il più grande piacere che gli si potesse fare era di secondare qualche richiesta del Papa anche in cose di poco momento, e soleva poi dire, ciò agevolerà le nostre future relazioni e chi sa che col tempo, regolandoci con temperanza non possiamo ritornare amici. Ciò desiderava assai sia per la futura potenza d'Italia, sia perché era sinceramente e fermamente cattolico.
Il postribolo fu chiuso!
Questione dell'arsenale di Taranto.100) È ancora Castagnola che descrive le reazioni del Re alle dimissioni del ministero di fronte al fatto che il Parlamento aveva aumentato da sei a ventun milioni la somma destinata allo sviluppo dello stabilimento marittimo. La cifra non appariva compatibile, a parere del governo, con la situazione finanziaria del paese. Altri tempi, altri uomini! IL seguito del discorso è certamente ripreso dai ricordi di Pisanelli.
Torniamo un po' indietro, ai capitoli LXXXIX e XC, per i quali Massari avrebbe potuto dire molto di più e meglio se avesse utilizzato le sue fonti con maggiore larghezza. Soprattutto per il cap. XC, che rievoca un momento nel quale Vittorio Emanuele rimpianse, forse, il fatale giuramento all'indomani di Novara, perché non potè decidere personalmente il partito da prendere di fronte alla guerra franco-prussiana.
Dico subito che la lunga lettera sull'argomento scrittagli dal duca di Gra-mont il 16 maggio 1878, deve essere arrivata troppo tardi. In essa il francese attacca apertamente Vimercati, lanciando, da buon diplomatico, il sasso, ma riti-
*> Cap. XCVI. 9> Cap. XCVH.
") Vedi Pio IX e Vittorio Emanuele cit., voi. III, p. II, pp. 327-329 dove sono edite e commentate le lettere di Pio IX e del Re sull'argomento. m Cap. XCIX.