Rassegna storica del Risorgimento

MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
anno <1980>   pagina <43>
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Le fonti di Giuseppe Massari 43
una, quella di Bertolé Viale, che a me sembra interessante, perché dimostra che il Re si era preparato a quell'incontro. Scrive, infatti, il generale:
Ricordo che il Re mi fece chiamare, e mi domandò se eravamo in caso di potere in pochi giorni mobilitare e portare oltre frontiera lOOmila uomini. Io risposi che dopo le forti riduzioni fatte nell'esercito sotto l'amministrazione del disgraziato Covone, e special' mente per la mancanza di un gran numero di cavalli stati venduti, non era possibile avere in pieno assetto di guerra lOOmila uomini prima di due mesi.
Lascio al vostro retto criterio il giudicare, se e quanto suddetta notizia possa servire al vostro scopo. Il Thiers avrebbe voluto che i lOOm. Italiani si dirigessero su Lione, e di qui per Dijon dare la mano a Bazaine. Progetto fantastico! ,07)
Se questo è vero, viene da chiedersi perché Garibaldi fu trattato come fu trattato dai Francesi!
Per finire l'argomento ricordiamo che anche l'udienza di commiato è ripresa dalla lettera di Fournier del 31 gennaio 108) e che i telegrammi scambiati, alla morte di Napoleone III, tra il Re e l'Imperatrice, provengono dall'archivio di Eugenia, tramite Franceschini-Pietri.IW)
Dalla Francia agli Imperi centrali. Prima di citare gli avvenimenti più im­portanti, ricordiamo che l'ambasciatore al quale Vittorio Emanuele farà l'elogio di Rattazzi poco dopo la sua scomparsa, si può identificare nel germanico Keu-dell, il quale inizia, nel 1873, la sua lunga missione a Roma.1I0) La fonte, invece, che riferisce l'apprezzamento lusinghiero dell'austriaco De Pretis-Cagnola dopo l'abboccamento con il Sovrano, è effettivamente il solito Menabrea.111J
I particolari del viaggio a Vienna sono forniti dal di Robilant; appare in un certo qual modo strano che Massari il quale, lo ripeto, aveva chiesto di cono­scere soprattutto aneddoti, poi ne ometta le pennellate più colorite. Così, per esempio, accenna solo di sfuggita alla veloce sostituzione della corona ferrea sul berretto reale. Robilant, che non è certo un poeta, gli aveva descritta tutta la scena nei particolari.
S.M. durante il viaggio fra Udine e Vienna, avendo portato lo sguardo sul suo ber­retto militare osservò l'emblema della corona ferrea che sul mezzo di esso rimpiazzava la cifra reale portata da tutti gl'altri ufficiali generali, e tosto volle si togliesse: non volendo diceva egli aver l'aria di far pompa di un emblema che poteva dispiacere a chi prima si era cinto il capo di quella corona ed apprestavasi ora ad ospitarlo nella sua Reggia. Quel fregio venne tolto, e rimpiazzato come meglio si potè dagl'ufficiali del seguito mediante il ricamo che ornava il berretto di un ufficiale d'ordinanza del Corpo di Stato Maggiore.1I2*
Non precisa come sia avvenuta la sostituzione, chi abbia provveduto a cucire il nuovo emblema sul berretto del Re e se il povero ufficiale d'ordinanza si sia dovuto accollare la corona ferrea...
107> Lettera di Ettore Bertolé Viale del 16 maggio 1878.
H*> Cap. CI.
109) Lettera di Franceschini Pietri dell'I l aprile 1878.
"0) Cap. XCDL
*") Cap. LXXXVIIL
1,2> Cap. CI. Lettera di Carlo Alberto Nicolis di Robilant del 10 febbraio 1878. Quando avrà ricevuto i volumi, il 17 luglio, Robilant scriverà: Il vostro lavoro si risente un pochino per chi segui come me giorno per giorno passo a passo la gloriosa esistenza del nostro gran Re, della fretta colla quale avete dovuto scriverlo ed anche: Qualche piccole inesattezze vi sfuggirono or qua or là, ommetteste [sic] episodi che avrebbero dato rilievo alla vita del Re .