Rassegna storica del Risorgimento
MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
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1980
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Emilia Morelli
Sui rapporti con Francesco Giuseppe, le frasi scritte da Robilant sono più incisive di quelle che ne trae Massari.,,3) Il futuro negoziatore della Triplice Alleanza aveva detto:
Dal giorno in cui il Re strinse la mano a Vienna a S.M. Francesco Giuseppe la più leale, la più affettuosa amicizia lo strinse a quel Sovrano, e le ultime parole che chi scrive queste righe ebbe ad ascoltare dal Venerato Suo Signore un mese e mezzo prima della sua morte, erano parole di affètto sommamente verace e leale a riguardo di quel Sovrano, espressione di sentimenti che partivano dal cuore, e coi quali non sarebbe stato disposto a transigere mai, ben essendosi persuaso che in ciò gli interessi dell'Italia erano d'accordo cogl'affetti del suo cuore.
Per rincontro con Guglielmo di Germania ci viene in soccorso Giovanni Lanza Al primo abboccamento scrive coll'Imperatore germanico egli dichiarò tondo tondo che dapprima era tutto devoto all'Imperatore de* Francesi, ma che come Re costituzionale aveva dovuto arrendersi ai voleri del suo governo e del suo paese. Tanta leale franchezza attirò l'ammirazione di tutta la corte berlinese .1,4)
In tema di simpatie reali, Massari sottolinea quella reciproca con Carlo XV di Svezia quando ne parla l'ambasciatore Fournier;ll5) aveva anche la testimonianza del Piper.U6> Si guarda bene, invece, dal riferire quello che gli aveva scritto Solvyns a proposito di Leopoldo I re dei Belgi che avait des préventions contre la revolution italienne; il datait au Congrès de Vienne et ses sympathies étaient pour l'Autriche; il aimait l'Italie et les Italiens, mais il les aimait sous le protectorat autrichien .117 Ne fa, invece, più volte l'elogio,118
Massari scivola sul mutamento radicale della situazione politica italiana all'avvento della Sinistra, perché non se la sente, evidentemente, di commentare un fatto che lo ha traumatizzato. Non sembra che abbia interpellato qualcuno sull'argomento. L'unico ad accennarvi spontaneamente è Isacco Artom. Ma come?
Nel 1876 fui ad ossequiarlo ed a ringraziarlo dopo la mia nomina a senatore: e mi permisi di dirgli che resperimento della sinistra al potere sarebbe stato meno funesto se si fossero evitate le elezioni generali. Ma egli replicò: Non tema: le elezioni daranno una Camera migliore delle precedenti . Io attribuii quell'ottimismo sistematico a ragioni che potrai facilmente indovinare.
Poteva, il Re, assumere un altro atteggiamento con l'antico segretario di Cavour? Il quale aveva ricordato poco prima: Nel 1866 lo vidi a Ferrara: malgrado
ll3> Cap. CUI.
1M> Ibidem.
1J3> Cap. XCVIII. Lettera del 31 gennaio cit. alla n. 104.
u*) Lettera del 7 aprile 1878. In essa Edoardo Piper, ministro svedese a Torino, scriveva: Je ne puis me rappeler spécialement des expressions dont se servaient récipro-quement les deux Souverains. Mais ce que reste toujours memorarne est que l'amitié sincère que Victor Emmanuel et Charles XV portaient l'un pour ! "a ut re, malgré qu'ils ne se soient jamais rencontrés, était rèelle .
117> Lettera del diplomatico belga Henri Solvyns del 27 marzo 1878. Non aveva potuto dargli alcuna notizia neppure Jules Devaux, il quale aveva interpellato sull'argomento Charles Rogier e il gen. Chazal (lettere a Massari 19 marzo, 15 aprile, 19 maggio 1878).
"*> Cap. XXXVII, XXXIX.