Rassegna storica del Risorgimento
MASSARI GIUSEPPE OPERE; STORIOGRAFIA ITALIA; VITTORIO EMANUELE
anno
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1980
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pagina
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47
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Le fonti di Giuseppe Massari 47
la fonte.12(,) Egli suppone che il Re possa essere arrivato fino alla camera da letto di Margherita e l'abbia incontrata mentre, in vestaglia, si faceva pettinare! Nell'Ottocento non si sarebbe fatta vedere in queste condizioni neppure una signora della buona borghesia a un visitatore qualunque! Forse, nonostante il mutare dei tempi, potrei usare anche il presente!
In tutta la biografia del Massari si cercherebbe invano un solo accenno alla famiglia de la main gauche e alla contessa di Mirafiori. Eppure il solito Mena* brea ne aveva parlato a lungo, forse per dimostrare il profondo solco che Vittorio Emanuele stesso aveva tracciato fra la sua vita privata e quella ufficiale. Era naturale che questi brani della lettera-racconto a Massari non passassero inosservati agli studiosi del Menabrea. Un brano, infatti, è stato pubblicato per riempire una lacuna delle Memorie. wì Vorrei, prima di tutto, accennare ad una curiosità. Menabrea scrive indifferentemente Mirafiori o Mirafiore. Quest'ultima dizione assai poco comune è quella che viene stampata sull'annuncio di morte della contessa destinato agli amici.
Menabrea non scrive solamente il brano edito da Bulferetti e Briguglio per quel che riguarda la differenza tra matrimonio religioso, civile e morganatico. Prosegue il discorso:
Io gli risposi che in Italia non vi era di riconosciuto che il matrimonio civile in virtù del quale la moglie seguita la condizione del -marito; per cui se mai si facesse un tal matrimonio tra lui e la Contessa questa sarebbe Regina dltalia e gli domandai se tale fosse la sua intenzione ed egli vivamente mi rispose: Ma no, mai più, è impossibile . Gli feci poi rispettosamente osservare che per compiere un simile atto i principi hanno inoltre d'uopo del concorso di un ministro e del presidente del Senato, per coi sarebbe necessario di trovare de' tali personaggi che volessero assumerne la responsabilità. Io credo che le sollecitazioni per un matrimonio civile tormentarono il povero Re fino ne* suoi ultimi giorni, ma che se egli si prestava a parlarne coi suoi ministri era più col desiderio di trovare in essi un ostacolo anziché una facilitazione per realizzare il vivo desiderio della persona che gli era religiosamente unita. Però io credo che egli avrebbe accolta l'idea di un matrimonio morganatico legale per liberarsi dalle molestie che ammareggiavano {sic) la sua vita.
Quale era la posizione riservata alla contessa di fronte ai dignitari di Corte, che frequentavano il Re nell'intimità? Su questo punto abbiamo due testimonianze che concordano. La prima è di Cambray-Digny, compagno di caccia del Sovrano prima di esserne ministro.
Io conosco alcuni che sono stati fino all'ultimo con lui, e posso dire lo stesso di me medesimo che ci sono stato molto, i quali non hanno conosciuto la Contessa se non alcuni anni dopo ch'Egli l'aveva sposata religiosamente, e che non l'hanno frequentata mai. E questo avveniva nel modo più semplice e naturale del mondo, senza avergli dato mai il menomo cenno, che gli desse ragione di adottare un sistema piuttosto che un altro. *29).
ì26) Vedi UGOBERTO ALFASSIO GRIMALDI, // re buono , Milano, Feltrinelli, 1970, p. 45. In L.F. MENABREA, op. ci*., p. 184 i nomi degli informatori di Menabrea, tra cui Gualterio.
12?) L.F. MENABREA, op. ci*., p. 194.
128) IJn esemplare si conserva tra le carte Fierantoni del Museo centrale del Risorgimento a Roma.
129) Lettera del 9 febbraio 1878 cit. alla n. 90.