Rassegna storica del Risorgimento

ASCOLI GRAZIADIO ISAIA; CONGRESSI GORIZIA 1979
anno <1980>   pagina <60>
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Carlo Gkisalberti
Peraltro la stessa denominazione di Venezia Giulia usata dall'Ascoli in ossequio sia alla tradizione romana, sia a quella veneta in un periodo in cui la regione era frantumata tra il Lombardo-Veneto e il Litorale austriaco mostrava chiaramente il grado di consapevolezza che il filologo goriziano, all'unisono con molti altri della sua generazione, aveva della sostanziale unità dell'intera area nordorientale italiana. Ed anzi il fatto che il termine venga da lui definitiva-mente riproposto nel 1863, a breve distanza di tempo dall'annessione della Lom­bardia e della proclamazione del Regno d'Italia, quando, cioè, soltanto il Veneto restava all'Austria, aveva il significato chiaramente irredentistico e risorgimentale di assimilare almeno concettualmente l'area friulana-istriana a quella euganea e di dare a questa assimilazione maggiore credibilità con il riferimento ad un comune retaggio storico. Retaggio storico comprovato sul piano filologico dal fatto che gli abitanti dell'area friulano-istriana sin dai tempi di Plinio il Vecchio si chiamavano lulienses in omaggio alla romanità della quale erano partecipi.
Ed allora il problema delle locali parlate, ossia dell'utilizzazione dei dia­letti e del loro rapporto con la lingua italiana nella quale fatalmente si era sem­pre più identificata la cultura della regione, e nella quale si venivano svilup­pando con crescente intensità i rapporti civili e commerciali della sua popola­zione, era destinato ad assumere un nuovo contenuto. Quello, cioè, del fatale e progressivo superamento dei primi ad opera della seconda come sempre accade quando le tendenze unificanti favorite dalla diffusione dell'idea di nazione e dal crescente peso dei movimenti nazionali esaltano al massimo il ruolo aggre­gante di una lingua e di una cultura.
Lingue e cultura che, possiamo aggiungere, avevano costituito nel tempo l'essenza dell'italianità regionale, pur nelle varietà fonetiche e lessicali cono­sciute dalla prima e nelle naturali carenze proprie della seconda a causa della marginalità, ossia del carattere di frontiera, della sua popolazione spesso lasciata nell'isolamento. Ma, come bene ha sottolineato Sestan, mettendo in luce la peculiarità delle vicende storiche veneto-giuliane nella loro evoluzione crono­logica e nel loro svolgimento spaziale, il carattere marginale o di frontiera del­l'italianità regionale ha finito col rendere questa ben diversa da quella delle altre aree della penisola ove la lingua appare un dato fisso e la cultura un elemento certo, non mai soggette, se non in misura limitata e per tempi estre­mamente lunghi, a fluttuazioni, a contrasti ed a mutamenti: e ciò perché la lingua, come la cultura nazionale che in essa si esprime è un organismo vivente e però tale che le forze in esso di conservazione e di trasformazione sono in continua attività sì da produrne non solo nuove forme, ma anche progressi e regressi nell'ampiezza del suo respiro, Vale a dire nell'ambito della sua espan­sione territoriale (E. SESTAN, Venezia Giulia, p. 11).
Vero è, però, che se l'area veneto-giuliana appare marginale o di frontiera rispetto a quella culturale italiana alla quale è stata tradizionalmente, e con ragione, legata, non più marginale, ma addirittura centrale può apparire rispetto a quella più generale europea, perché collocata nel punto di incontro necessario ed obbligato delle tre civiltà, latina, tedesca e slava per le quali ha talvolta, ed anche con notevole intensità, specie in certi periodi, svolto funzioni di rac­cordo o addirittura di compenetrazione. Ma questo ruolo storico-geografico di crocevia per le diverse genti d'Europa non ha mai alterato la fondamentale preminenza esercitata da una romanità divenuta nei secoli italianità, preminenza fatta di cultura e di lingua, sempre riscontrabile al di là del carattere marginale o di frontiera della sua popolazione che, consapevolmente o inconsapevolmente, conservò i caratteri ed i valori di una civiltà che aveva sicuramente nei prin*