Rassegna storica del Risorgimento

ASCOLI GRAZIADIO ISAIA; CONGRESSI GORIZIA 1979
anno <1980>   pagina <63>
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In margine ad un convegno
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generazioni di studiosi {Nuove vedute metodologiche sulla storia friulana, in Memorie storiche forogiuliesi, IVI, 1976) che spesso viene distorto o contestato a fini autonomistici provinciali.
Anche senza giungere agli eccessi di chi ha sostenuto il fondamento prero­mano del popolo friulano nella sua perenne componente celtica, la scarsa inci­denza della latinità su di esso, l'importanza della componente tedesca sulla sua cultura, il carattere indipendente del ducato longobardo di dividale e della marca del Friuli, la funzione autonomistica del Patriarcato d'Aquileia, i danni della dominazione veneziana e via dicendo, sino a negare ogni positività al nesso che nel tempo ha unito il Friuli all'Italia ed a togliere ogni senso di unità alla storia dell'area nordorientale della nazione (così, per es., nello scritto di G. Marchetti e di F. Placereani, Cuintri storie del Friul fin tei di di neè, Reana, 1977, sul quale vedi C. G. Moti, Il pericolo di provincializzare la storia friulana, in Ce fastu, Riv. della Soc. filologica friulana, 1978) o senza toccare i vertici di quella follia autonomistica che ha visto nel Parlamento medievale friulano l'ele­mento portante di una sovranità statale sull'intera area geografica (cfr. C. G. MOR, Il IX centenario di Lucinigo: un esempio di allegra metodologia storica, in Me­morie storico forogiuliesi, XVII, 1977) non v'è dubbio che certe tesi assurda­mente centrifughe e provincializzanti sembrano largamente diffondersi partendo sia da premesse linguistiche sia da altre più dichiaratamente storico-etniche. Ed è per questo, di fronte a tante affermazioni, talvolta ingenue talaltra errate, che l'attualità di Graziadio Isaia Ascoli appare in tutta evidenza.
CARLO GHISALBERTI