Rassegna storica del Risorgimento
CIVICO MUSEO-BIBLIOTECA DELL'ATTORE DEL TEATRO DI GENOVA FONDO
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1980
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Le carte di Adelaide Ristori
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storico del Risorgimento il Fondo fornisce interessanti spunti ed ipotesi di lavoro, poiché nel copiosissimo elenco di corrispondenti non mancano personalità politiche: Nicola Amore, Giovanni Àrrivabene, Massimo d'Azeglio, Camillo Cavour, Guido Bacelli, Tommaso Corsi, Luigi Coppola, Giuseppe La Farina, Liborio Romano, Giorgio Manin, Filippo Meucci, Giuseppe Montanelli, Benedetto Musolino, Costantino Nigra, Michele Novaro, Cesare Orsini, Urbano Rat-tazzi junior, Oreste Regnoli, Timoteo Riboli, Giuseppe Ricciardi, Antonio Somma, Ottavio Tasca, Ferdinando Martini etc.
Da questo Fondo, sommariamente descritto, sono stati scelti per la Mostra 258 documenti che inquadrano Fattività della Ristori dal 1855 al 1885; sono stati raccolti in vari capitoli, atti a mettere in luce aspetti e significati della sua arte, momenti della sua attività privata. La Premessa presenta alcuni protagonisti dei mondo teatrale di allora: Carlotta Marchionni, primattrice della Reale Compagnia Sarda dal 1832 al 1840, accanto alla Ristori nel montaggio di ritratti di alcuni componenti la Compagnia (doc. 1); Gustavo Modena, l'anima repubblicana del teatro, Tommaso Salvini, Ernesto Rossi (docc. 5-6); Clementina Cazzola e Fanny Sadowski (docc. 3-4). Seguono altre foto della Ristori, tra le quali, in particolare, una in cui Fattrice compare in abiti di scena nei panni di Medea nell'opera di Legouvé e, posta in pendant, un'altra scattata nella vita privata accanto ai figli Giorgio e Bianca; entrambe mostrano nella protagonista una singolare identità di atteggiamento regale. Il secondo capitolo ha per titolo Una ascesa sociale: da figlia d'arte a marchesa. Il matrimonio con il marchese Giuliano Capranica del Grillo, avvenuto nel 1847, segnò una svolta decisiva nella carriera della Ristori. Decisa in un primo momento ad abbandonare le scene per venire incontro ai desideri del marito e dei suoi famigliari, non calco in effetti il palcoscenico dal 1851, anno della scadenza del contratto che la legava alla Compagnia del comico Luigi Domeniconi, al 1853, allorché acconsenti ad essere protagonista in alcune recite straordinarie a favore di uno sfortunato capocomico, il Pesenti, chiuso in carcere per debiti.
Il successo fu tale che l'attrice senti, irresistibile, il richiamo per il teatro; il direttore della Reale Compagnia Sarda, Francesco Righetti, le offrì un contratto in bianco , accettando le condizioni davvero esorbitanti che la Ristori presentò quasi nella speranza che non potessero essere accettate (docc 44-50): uno stipendio di 30.000 lire annue da pagarsi in napoleoni d'oro di 20 franchi ciascuno, esclusa qualsiasi altra moneta o carta ; cinque sole recite settimanali con il diritto di rifiutare personaggi ch'ella giudicava immorali , quali, ad esempio Adriana Lecouvreur, cavallo di battaglia, invece, della sua grande rivale francese, Rachel. Impose poi la sosta a Torino per due stagioni teatrali all'anno ed una terza stagione da tenersi a Roma; venti giorni di permesso in caso di morte o di pericolo di vita di uno dei suoceri e lo scioglimento del con* tratto se fosse venuto a mancare il marito; la possibilità di scelta degli attori della compagnia; una assoluta libertà di recitare secondo la propria ispirazione al di là delle direttive del regista.
Il Righetti accettò in toto le richieste dell'attrice, la cui presenza valse a sollevare le sorti della Compagnia alla quale era venuto a mancare il consueto assegno annuo di 25.000 lire elargito dalla Camera sabauda: qui Cavour aveva accolto le istanze della Sinistra e di Lorenzo Valerio in particolare, asserendo
scena italiana dell'Ottocento, a cura di L. CARETTI, Roma, 1979. Sono in corso di pubblicazione le Lettere della Duse alla Ristori, a cura di V. FACCI.