Rassegna storica del Risorgimento
CIVICO MUSEO-BIBLIOTECA DELL'ATTORE DEL TEATRO DI GENOVA FONDO
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1980
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Leo Morabito
che nelle condizioni finanziarie del paese era illogico destinare la pur minima somma, fosse pur quella d'un centesimo , per l'incoraggiamento dell'arte drammatica.14) D. rientro della Ristori prelude alla sua intronizzazione , cioè alla consacrazione quale attrice a livello europeo avvenuta con il debutto a Parigi nel 1855, che è oggetto del 3 capitolo della mostra, ed è il momento in cui entra in scena quale impresario della moglie Giuliano Capranica, che, grazie alle sue conoscenze negli ambienti dell'alta borghesia e dell'aristocrazia parigina, prepara il terreno ai trionfi dell'attrice in quei teatri che aveva visto sino allora, incontrastata regina, la Rachel. La sua attività organizzativa è documentata da lettere alla moglie (28-29 febbraio 1855; 8 marzo 1855), dove segnala le numerose personalità del mondo culturale e politico parigino con le quali ha preso contatto per accogliere degnamente la Reale Compagnia Sarda; interessante una lettera di Massimo d'Azeglio del 14 marzo 1855, al quale evidentemente -Giuliano Capranica si era rivolto che, pur negando lettere commendatizie per Parigi, accetta di scrivere in merito a Salvatore Pes di Viliamarina, allora ministro plenipotenziario a Parigi. Il lavoro diplomatico del Capranica ebbe successo: tra le personalità che prenotarono un palco in occasione del debutto parigino della Ristori, avvenuto il 22 maggio 1855, compaiono (doc 55): l'Imperatore e l'Imperatrice, la principessa Matilde, Luciano Murat, il principe Carlo Bonaparte, il duca di Brunswich, il marchese di Viliamarina, Fould, ministro di Stato, il barone Hiibner, ambasciatore d'Austria, il duca di Galliera.
La prima Opera rappresentata con notevole successo, fu la Francesca da Ri-mini di Silvio Pellico; ma l'attrice ottenne un vero trionfo con la Mirra di Vittorio Alfieri, che in nove sere fece incassare fuori abbonamento 40.000 franchi e le fruttò l'offerta di una scrittura di 70.000 franchi annui.16)
Tra le altre rappresentazioni solo la Maria Stuarda di Schiller ebbe risultati pari alla Mirra poiché gli altri titoli presentati quali ad esempio, la Pia de* Tolomei di Marenco, La Locandiera, Un curioso incidente, Il burbero benefico di Goldoni, La suonatrice d'arpa di Davide Chiossone, Niente di male di Francesco Augusto Bon non erano tali da mettere in risalto le capacità drammatiche dell'attrice. Spiccano in questa parte della mostra rare stampe e foto di scena (doce. 63-69), il manoscritto della traduzione della Fedra di Bacine (doc. 73) effettuata da Francesco Dall'Ongaro su richiesta della stessa Ristori,17) autografi di Dumas Pere, di Alphonse de Lamartine, di Théophile Gautier, di George Sand, di Eugène Scribe, di Jules Janin e di Jules Michelet (docc. 89, 90, 92, 93, 94, 95, 97), che esprimono la loro ammirazione per l'attrice. Parigi rappresenta il viatico per le altre grandi città europee: Londra, dove nessun attore italiano aveva recitato dai tempi della commedia dell'arte; Madrid, dove entrò in famigliarità con la regina Isabella intercedendo presso di lei per ottenere la grazia per un prigioniero politico condannato a morte (docc. 99-104); Dresda, dove è accolta alla corte di Giorgio V; Mosca e Pietroburgo, dove recitò nel dicembre del 1860. Qui svolse anche un'importante missione diplomatica per conto di
J4) Sull'interessante dibattito svoltosi alla Camera cfr. A. BUOFFEUIO, Storia del Parlamento Subalpino, voi. V, pp. 499-532, Milano, 1869; V. BKRSKZIO, Il Regno di Vittorio Emanuele II, voi. VI, p. 194, Torino-Roma, 1895.
*5> Hoc 54; cfr. l'Appendice documentaria I.
lfi) Lettera di Adelaide Ristori a Carlo Bai boni. Parigi, 22 giugno 1855. Doc. 72 della mostra.
tf) Lettera di Francesco Dall'Ongaro ad Adelaide Ristori. Bruxelles, 14 novembre 1855. Doc. 72 della mostra.