Rassegna storica del Risorgimento
CIVICO MUSEO-BIBLIOTECA DELL'ATTORE DEL TEATRO DI GENOVA FONDO
anno
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1980
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pagina
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79
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Libri e periodici
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Sull'argomento ritorna ora il Cecchi, che, a conclusione di un organico ciclo di studi,1) ne traccia un ordito ricco ed articolato quasi il quadro definitivo facendo piena luce sulle fasi dell'operazione consalviana e sul dibattito che l'accompagnò, sull'organizzazione e sul funzionamento della macchina statale, sull'iter, sempre sofferto, dei singoli provvedimenti e sulle difficoltà sollevate dal loro impatto col contesto socio-economico contesto sul cui sfondo, esplicitamente o no, tutto il lavoro si sviluppa. La profonda e sicura preparazione giuridica e una non comune padronanza del materiale archivistico e bibliografico attinente l'argomento sorreggono costantemente l'A., sia nella sistemazione complessiva della ricerca sia nell'incasellatura dei dettagli.
Fulcro intorno al quale si snodano tutte le vicende dei nove anni presi in considerazione resta il motu proprio di Pio VII sulla organizzazione dell'amministrazione pubblica del 6 luglio 1816. H Consalvi era ben consapevole che occorresse vincere ogni genere di ostacoli che si opponessero a quelle emende e cambiamenti (ferme restando sempre la costituzione del governo pontificio e le sue basi) che o la vecchiezza di alcune istituzioni o la alterazione delle medesime o gli abusi indotti o gli insegnamenti della esperienza o la mutazione dei tempi, delle circostanze e delle idee e degli usi potessero ragionevolmente esigere (p. 115). Né mancavano prelati, quali il card. Opizzoni, arcivescovo di Bologna, convinti che rimettere il 1796 sarebbe stato un assurdo , in quanto a le forme del passato governo [...] erano state eccellenti, specialmente quelle che avevano preceduto la prima istituzione del Regno italico e che, pertanto, la soluzione ottimale sarebbe consistita nel* l'approntare una riforma che ritenesse il buono delle due epoche risecando sugli abusi delle due cessate forme di governo (p. 128). Risultarono, però, queste, voci sporadiche che non riuscirono a spezzare l'isolamento molto bene evidenziato dal Cecchi nel quale si trovò ad attuare il suo impegno il Consalvi, nell'ambito di un Sacro Collegio troppo legato agli interessi nobiliari e caparbiamente geloso dei propri poteri e delle proprie prerogative in campo temporale; né furono in grado di ribaltare la sostanziale impotenza del Segretario di Stato di ottenere il rispetto delle leggi emanate (p. 199), come nel caso della abolizione dei feudi e della relativa giurisdizione feudale.
Dei nuovi codici, previsti dal motu proprio ricordato, vide la luce soltanto quello di procedura civile insieme a quelli anche se ridotti e mutato nomine ...] di commercio e di sanità marittima (p. 409); mentre gli altri il codice civile, criminale e di procedura criminale non giunsero alla promulgazione per l'ostilità del Pacca del Litta del Della Somaglia del Bernetti dell'Albani e dei loro seguaci, che vedevano plagi della legislazione francese (p. 230) ad ogni passo. In questo contesto, forzatamente limitati resta* rono pure i risultati conseguiti attraverso la ristrutturazione delle province e l'immissione di laici nelle congregazioni a carattere consultivo.
Del resto, la debolezza della riforma consalviana apparve chiaramente dopo la morte di Pio VII (1823), quando, messo in disparte il suo autore, l'amministrazione pontificia si rivelò tanto inefficiente e corrotta da giustificare la nota affermazione di Pellegrino Rossi, secondo cui un cardinale ero un principe a Roma, un pascià in provincia .2)
CABLO VKHDUCCI
SERGIO LA SALVIA, Giornalismo lombardo: gli a Annali Universali di Statistica (1824-1844), voi. I; Roma, Elia, 1977, in 8, pp. 544. L. 8.500.
uno dei libri di storia più interessanti e riusciti degdi ultimi anni, su un argomento quanto mai stimolante (e perciò poverissimo di bibliografia contemporanea) quale
1) Sono dello stesso A. i lavori su L'Organizzazione amministrativa nella Delegazione apostolica di Macerata durante la 1* Restaurazione, in Studi Maceratesi, VIII (1972), pp. 151-223 e Vamministrazione pontificia nella 1* Restaurazione (1800-1809), Macerata,
1975.
2) Cit. da D. DEMARCO, Il tramonto dello Stato Pontificio. Il papato di Gregorio XVI,
Torino, 1949, p. 26 sgg.