Rassegna storica del Risorgimento

CIVICO MUSEO-BIBLIOTECA DELL'ATTORE DEL TEATRO DI GENOVA FONDO
anno <1980>   pagina <81>
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Libri e periodici
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di fermenti e di spunti che si raccolgono intorno agli Annali, come indirettamente la for­nisce la polemica protezionista del De Vele, che è merito dell'A. aver riscattato dallo scre­dito e dell'oblio, restituendolo a ruolo di protagonista in un'atmosfera di cui crediamo d'aver delineato, ancorché sommariamente, a sufficienza il rilievo e la densità per giustificare le calde parole introduttive di adesione all'A., che qui cordialmente confermiamo.
RAFFAELE COLAPIETRA
Opinione pubblica. Problemi politici e sociali nel Veneto intorno al 1876. Atti del III convegno di studi risorgimentali (Vicenza 5-6 giugno 1976) ; Vicenza, Comitato pro­vinciale dell'Istituto per la storia del Risorgimento, 1978, in 8, pp. XVI-669. S.p.
Sulla scia dei precedenti convegni (organizzati dall'Amministrazione Comunale e dal Comitato vicentino dell'Istituto per la storia del Risorgimento), i cui a Atti costituiscono un prezioso contributo alla conoscenza del Veneto nell'età del Risorgimento, anche il pre­sente volume merita di essere segnalato in questa sede sia per l'argomento (in verità di maggior portata rispetto al tema del convegno), sia per la qualità di relazioni ed interventi, sia per l'utile repertorio bibliografico che degnamente conclude l'opera. Ad una sintesi introduttiva di Briguglio fanno seguito le varie sezioni, concernenti l'opinione pubblica, i problemi politici e sociali, nelle quali sono studiati da un lato alcuni aspetti politici o culturali di carattere provinciale di Padova e Vicenza soprattutto (Cella, Monteleone, Reato) e regionali (Pillinini, De Vivo) e dall'altro vari problemi politico-sociali ed economici ed alcuni personaggi come Pacifico Valussi e A. Casalini (Giusti e Rossi); di particolare inte­resse, a nostro avviso, sono le relazioni di Franzina, Zalin e Lazzarini che, da angolazioni diverse, trattano il problema dell'emigrazione e dell'agricoltura nel secondo '800 veneto, offrendo un buon contributo alla discussione di tali argomenti che, da qualche anno, econo­misti, storici e pubblicisti vengono affrontando. Superano il limite regionale i due saggi di Marcella Deambrosis e Salimbeni che studiano la partecipazione veneta all'insurre­zione della Bosnia ed Erzegovina, e il problema delle minoranze slave al confine orientale, e riescono a sottolineare quanto siano stretti i legami tra la politica interna e la politica estera di un paese.
RENATO GIUSTI
GIUSEPPE TALAMO, Il a Messaggero -a eia sua città. Cento anni di storia, voi. I: 1878-1918; Firenze, Le Monnier, 1979, in 8, pp. 223. L. 10.000.
Scrivere la storia del giornale, che è stato testimone di tanta parte della vita della capitale dal 1878 in poi, costituisce un'impresa tanto diffìcile quanto meritevole per l'im­portanza storiografica che assume nello scarso panorama di studi sulla stampa romana di fine ottocento e dei primi decenni del novecento.
Il primo grande limite, infatti, che l'autore ci rivela aver incontrato nella ricostru­zione delle vicende del Messaggero è la mancanza, nell'archivio del quotidiano romano, proprio dei documenti relativi ai primi quarant'anni di vita. Giuseppe Talamo è riuscito a sopperire alla mancanza di quella fondamentale documentazione servendosi di altre fonti inedite, come le carte dei ministeri dell'Interno, della Guerra, di Grazia e Giustizia, le carte Depretis e le Rubriche della Presidenza del consiglio (Dcprctis, Crispi) dell'Archivio Centrale dello Stato, dei fondi Prefettura e ce Questura dell'Archivio di Stato di Roma, pur non ricchi di notizie su questo giornale, oltre che di fonti edite come le memorie di giornalisti quali G. Lega, L. Lodi, E. Mezzabotta e Io stesso Luigi Cesane e di un'attenta e critica lettura di molti numeri del Messaggero dai primi sperimentali del dicembre 1878 al 1918.
Il chiarimento della questione delle origini del quotidiano romano è la prima messa a punto di questo studio rispetto alle inesattezze di opere sulla stampa passate e recenti. Si può dire, infatti, che II Messaggero nasce due volte, la prima in via sperimentale come
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