Rassegna storica del Risorgimento

CIVICO MUSEO-BIBLIOTECA DELL'ATTORE DEL TEATRO DI GENOVA FONDO
anno <1980>   pagina <83>
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Libri e periodici
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rifiuto della politica, un'educazione civile e politica: il suo tentativo si esaurisce nel 1908, ma con il legittimo orgoglio di aver contribuito in modo notevole all'affermazione nel 1907 della democrazia in Campidoglio con la sindacatura del repubblicano Ernesto Natlian.
Se 11 Messaggero, che in parte l'ha anticipata, vive la profonda trasformazione della società italiana nel periodo giolittiano confermando il suo carattere di giornale popolare a grande diffusione, dobbiamo ribadire, però, che la fine della sua opera di moralizza-zione delle masse e l'influenza sull'opinione pubblica per una direzione politica nuova tesa a contrapporre la nazione al parlamento si verificano già prima dei suoi mutamenti di proprietà. Infatti dalla puntuale ricerca effettuata da Giuseppe Talamo emerge che questo cambiamento d'indirizzo avviene proprio tra il 1908 ed il 1910 con il consolidarsi in seno al giornale della posizione di Italo Carlo Falbo dal 15-16 ottobre 1909 gerente respon­sabile del Messaggero (con Cesana che figura soltanto come editore proprietario), dal gen­naio 1910 reggente la direzione , e, infine, dal 1911 direttore (p. 266). Interessante in quei due anni è la contemporanea presenza nel giornale di prese di posizione in favore di categorie di lavoratori in lotta, come i fornai o gli impiegati, e di convinte richieste di una politica estera energica e del potenziamento della flotta. La prevalenza delle tendenze antiparlamentari e nazionaliste costituisce, dunque, fin dal 1908 il tono ed il carattere di fondo del quotidiano romano. L'atteggiamento favorevole alla guerra di Libia e più tardi all'intervento nella prima guerra mondiale sono, poi, le logiche conseguenze di quel clima instauratosi nel Messaggero dagli ultimi anni della proprietà di Luigi Cesana.
Per individuare l'evoluzione della linea politica del giornale Giuseppe Talamo sotto­linea l'importanza assunta dalla collaborazione dell'on. Giovanni Ciraolo, già deputato radi­cale di Fano, durante gli anni della guerra mondiale. Infatti l'esistenza di buoni rapporti tra Ciraolo e F. S. Ni iti legittima e spiega l'atteggiamento filonittiano del quotidiano ro­mano, definito il 4 luglio 1919 da L'idea nazionale) l'organo ufficiosissimo dell'on. Nitti .
Pur rilevando, infine, che il tema della prima guerra mondiale e delle sue conseguenze avrebbe meritato più ampia trattazione, bisogna dare atto all'autore di aver fornito con il suo studio un composito ed interessante quadro della vita del Messaggero in stretto colle­gamento con quella della capitale, affermandosi così come uno dei principali punti di rife­rimento storiografico per ogni ulteriore indagine sulla stampa romana e sui problemi citta­dini del periodo esaminato.
MASSIMO CIVITELH
JOSEF MUHB, Die deutsch-italienischen Beziehnngen in der Ara des Ersten Weltkrieges (1914-1922); Góttingen, Musterschmidt Verlag, 1977, pp. 235, DM 68.00.
À prima vista parlare delle relazioni italo-ledcsche al tempo della Grande Guerra può sembrare un po' strano, giacché i due Stati, durante il primo conflitto mondiale, erano su posizioni antagonistiche. Nella Triplice, l'impero tedesco ammirato, stimato e te­muto rappresentava il partner principale dell'Italia. Fra i due Stati non c'erano grandi contrasti di interessi, il ritiro dell'Italia dall'Alleanza era stato determinato nel '14-'15 solo da fattori esterni. Dalle ricerche di E. Zechlin e A. Monticene si sa con quanta energia e con quale dispendio di mezzi i politici berlinesi si siano adoperati per prolungare la neutralità italiana. Ma anche dopo che Roma, premuta massicciamente dalle potenze occidentali sul piano economico e su quello politico, nell'agosto del '16 dichiarò guerra alla Germania dopo oltre un anno di non-belligeranza, anche allora le élites politiche d'ambo le parti si premurarono di limitare al massimo le conseguenze politiche, psicologiche e economiche del conflitto ormai aperto. L'Italia e la Germania erano nemiche contro le rispettive volontà, e questa guerra limitata, inserita nel contesto della guerra totale, è un fenomeno che presenta una serie di aspetti secondari finora poco noti, come, ad esempio, il cambiamento dell'immagine della Germania nell'opinione pubblica italiana e viceversa quella dell'Italia in Germania; la possibilità di negoziare una pace sepa­rata; il trattamento previsto reciprocamente per l'avversario nei progetti sulle finalità della guerra; la discussione da parte tedesca sulle possibilità di rivoluzionare la politica interna