Rassegna storica del Risorgimento
CIVICO MUSEO-BIBLIOTECA DELL'ATTORE DEL TEATRO DI GENOVA FONDO
anno
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1980
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pagina
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125
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Vita dell'Istituto
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PADOVA. - Il rinnovato Consiglio direttivo ha predisposto un nutrito programma di conferenze che si svolgeranno fra gennaio e maggio. Si prevede anche l'organizzazione di una mostra su Andrea Costa e la svolta del 1879 .
Il Comitato ha fissato la sua sede presso il Gabinetto di Lettura, piazza Insurrezione 4.
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RAVENNA. Col titolo Museo Garibaldino in città, ma curato da un privato , il Giornale Nuovo (10 gennaio 1960, p. 10, cronaca romagnola) annunzia che Mario Guer-rini, vice presidente del nostro Comitato ravennate, custodisce nella sua dimora e (aiutato dal figlio Paolo) continua a fare ricca una raccolta di cimeli e di documenti e stampe garibaldine, la quale può competere per il suo valore con le migliori raccolte o Musei della penisola.
Dunque un distinto cittadino di Ravenna (che però non è una Ravenna), onora la città da cui ebbe vita la trafila che nel 1849, portò ce a salvamento le due balle di seta cioè Giuseppe Garibaldi e Coliolo, fino a Livorno.
La raccolta Guerrini custodisce scientemente e con amore ottocento volumi su temi garibaldini, i quotidiani dell'epoca, carte geografiche, lettere, manoscritti, e cimeli senza numero fra i quali li citiamo a titolo di curiosità due piccole corone del Rosario del Pellico, autenticate dalla sorella.
Tuttavia Ravenna ha un Museo del Risorgimento che ha aspetto ed odore cadaverico, e lo custodisce si fa per dire in un mezzanino della Biblioteca Classense, protetto contro le eventuali visite, e parimenti protetto con la polvere sposa del disordine che, a sua volta, è figlio della sinecura.
Lo vidi molti, moltissimi anni fa: e con termini non diversi la corrispondenza pub-blicata ne H Giornale Nuovo, accennando a quel disordine, scrive che giace da tempo immemorabile
Ravenna è ricca di grandi memorie, e quando vuole sa tenerle vive: pensiamo all'età bizantina, pensiamo a Dante ed anche ad amici nostri che su questi temi hanno dato prove di ingegno, di scienza e di amore. Noi riteniamo che il periodo risorgimentale ravennate sia uno dei più gloriosi, cioè il periodo dei più arditi e nobili cittadini, e chiediamo scusa agli eroi del Poi, e se non abbiamo parola sul Poi, giacché per sentenza degli storici, il Risorgimento ha un termine, una porta di chiusura, la porta di Vittorio Veneto, la quarta ed ultima guerra del Risorgimento.
In verità, per quel che riguarda il Museo ravennate, Atene (cioè Ravenna) piange. Ma se Atene piange Sparta (cioè Faenza) non ride.
Esisteva già a Sparta fino al novembre del 1944 un Museo del Risorgimento (da Napoleone a Vittorio Veneto) che era uno dei più ricchi della Regione. Aveva degna sede nella Biblioteca Comunale, ma i Tedeschi in fuga, abbattuti i muri e sfondate le porte, sparsero liquidi incendiari, ed il palazzo per due terzi andò distrutto. Sotto cumuli di macerie che impedivano l'ingresso, e distrutta anche parte dello scalone che portava al piano superiore, ed essendo già caduta la neve, trovammo gli avanzi del Museo, cioè le cose che le fiamme non avevano distrutto, come per esempio i fucili delle guerre di cui era rimasta la parte metallica. Addio documenti, ritratti, ecc. ecc. Ma qua e là, qualche cosa aveva trovato riparo nella stessa distruzione cioè sotto i muri crollati; ed il tutto fu amorosamente accarezzato, ebbe alle nostre orecchie una voce, e giunse qualche dono.
Trovare posto nella Biblioteca voleva dire piangere e scherzare: si trovò il posto provvisorio parola davvero scherzosa cosicché* i superstiti giacciono tuttora nel Palazzo del Liceo Classico, ultimo piano e solaio, ma bisogna dirlo non alla rinfusa, ma custoditi in scatole, scatoloni e simili, e perciò riparati dalla polvere, con un nome e inventario, in rispettato letargo.
La primavera non è lontana, vedremo le lucertole; vedremo allora tre, quattro e ma