Rassegna storica del Risorgimento

PECCHIO GIUSEPPE SCRITTI
anno <1980>   pagina <139>
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Gli scritti di Pecchie-
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familiare della gentry campagnola, dalla sessione di tribunale con la pronuncia di una condanna a morte, ai metodi della nuova psichiatria con il minimo di costrizioni e tormenti inaugurati dai quaccheri nel loro ospedale, dalla folla variopinta degli esuli politici al loro rapido venire e passar di moda, alla casa del­l'Inglese inviolabile, ma angusta e di mura ostili, che condiziona secondo lui anche il parco gestire della gente e il suo abituale silenzio (come farebbero a vivere, dice, il milione e quattrocentomila abitanti di Londra se non parlassero sotto voce? si domandava il Pecchio la risposta la conosciamo a nostre spese), si presenta ancor oggi con un gradevole senso di completezza, così come il pensiero politico dimostra di avere raggiunto un alto grado di maturità.
Minor maturità, anche se resta estremamente significativa, mostra la pubbli­cazione che, nel 1830, dedicava alla propaganda clandestina in Italia, il Catechismo italiano. Questo catechismo mostra quanta parte delle esperienze del '21 passasse poi nelle successive vicende attraverso le quali si giunse all'indipendenza, all'unità e a un regime liberale nella penisola. Prima e centrale idea del catechismo, fon damentale eredità dei cospiratori del '21 a quelli che vennero più tardi è il rigetto totale della sovranità austriaca. L'odio all'Austria del Pecchio è un dato che acco­munò tutta la sua breve esperienza di esule e anche di cospiratore. E che cosa contrapporre, da parte degli Italiani alla dominazione di Casa d'Austria?
Anzitutto la congiura, la società segreta. Una società segreta che prepari ì suoi adepti per l'insurrezione; una società segreta che adoperi qualunque mezzo: ogni mezzo è lecito; la frode, gli inganni, le cospirazioni, la guerra aperta, le alleanze cogli stranieri. È sottinteso il terrorismo: esclusi solo i delitti vergo­gnosi e le vendette personali . L'uomo vive del tutto nel clima carbonaro, sotto questo punto di vista; il fallimento del '21 non è per lui un argomento contro le congiure: Leggete la storia delle rivoluzioni e vedrete che, a guisa delle tragedie esiggono {.sic] varie prove per essere ben rappresentate . Fondamen­tale programma della congiura, la costituzione di un regno dell'Alta Italia, con casa Savoia alla testa, e nel regno la costituzione:
Giorno verrà! Dall'Alpi all'Adriatico Una favella unirà Italia e un nome.5)
Caldissima la difesa dell'esperienza unitaria del periodo napoleonico: Non abbiamo noi già fatta una esperienza della fraternità italiana in tempo della Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana, del Regno d'Italia...? . Di nuovo (non per un uomo del '21) c'è lo spregiudicato giudizio sulla casa di Savoia: assolutistica anch'essa, è vero (anche se, prima di Emanuele Filiberto esistevano in Piemonte gli Stati Generali, un ovvio richiamo ai precedenti delle rivoluzioni francese e spagnola); costretta a destreggiarsi in guerra tra le grandi potenze, a subirne le volontà, perché la geografìa tradisce , perché la difesa del piccolo paese, incentrata su Alessandria, lascia scoperta la capitale (è il frutto che deve aver tratto il Pecchio dal suo contatto con i giovani ufficiali piemontesi del '21); almeno la Russia a Vienna aveva chiesto, per il Piemonte, la frontiera del Mincio. E, dalla creazione del nuovo regno italico con le Alpi a confine la Francia, l'Inghilterra, la Russia sarebbero avvantaggiate . Il ricordo della coalizione in ter­
si Dice il testo, probabilmente già nell'originale del Pecchio: unirà l'Italia ; ma la soppressione dell'articolo è ovvia, anche se il verso corretto non è un capolavoro di armonia.