Rassegna storica del Risorgimento
CANTI POPOLARI UNGHERESI
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1980
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Roberto Ruspanti
la fiaccola che doveva illuminare le menti! Col fuoco di questa fiaccola s'incendiò la Sicilia, all'estremità meridionale d'Europa, e da lì il fuoco s'è diffuso per mezza Europa: i popoli si sono infiammati Fun dopo l'altro, come le case vicine quando scoppia l'incendio.7)
Più oltre Vasvàri ribadiva l'esigenza dell'unità dei popoli oppressi contro la tirannide asburgica:
Non prendiamo più in giro gli italiani chiamandoli formaggiai e non sbeffeggiamo più neppure i cechi. Noi tutti siamo popoli fratelli. Presi uno per uno siamo deboli, ma uniti siamo forti, potenti, indistruttibili! ... Se i popoli ungherese, italiano, ceco, polacco e austriaco si muovessero uniti ed allo stesso tempo, vorrei proprio sapere chi manderebbe Metternich contro di essi?! Se i popoli s'abbracciassero come fratelli, vorrei proprio sapere dove si troverebbe quel potere che li potrebbe raggirare, spezzare?!8)
L'avvicinamento italo-magiaro di quell'anno è documentato anche da alcune lettere, scritte da uomini politici e semplici cittadini ungheresi, dalle quali appare come, all'iniziale preoccupazione della classe dirigente magiara per le degenerazioni avvenute in seguito ai moti di Palermo del gennaio 1848, si vada gradualmente facendo strada, soprattutto negli elementi più progressisti, la consapevolezza dell'identità di scopi dei due movimenti rivoluzionari. In una lettera, datata Pozsony (Bratislava) 4 marzo 1848 e indirizzata al prefetto di comitato Gàbor Perényi, il deputato ungherese all'Assemblea nazionale Janos Egry cosi commentava i fatti sanguinosi di Palermo:
Dopo Fabbatlimento del governo francese, se ne è formato uno nuovo, che per prima cosa ha fissato il solario dei braccianti e, proclamando la libertà del popolo, ha promesso partecipazione ed aiuto a tutti coloro che si fossero rivolti contro l'aristocrazia per destituirla di ogni potere: questo fatto ha già prodotto un grande effetto in Italia, perché a Palermo si stanno verificando continui massacri.9
Una lettera di poco successiva, datata Genova 12 marzo 1848, nel suo significativo, anche se laconico, contenuto dimostra l'interesse e il favore con cui gli avvenimenti italiani del '48 vengono seguiti dagli ungheresi, anch'essi ormai alla vigilia della loro rivoluzione: un certo Kàroly Kémeny (o Kemény?), scrivendo ai suoi genitori, comunica loro, senza aggiungervi alcun commento, quasi con tono trionfalistico, che a Genova è stata proclamata la repubblica .10)
Ma, indubbiamente di maggiore importanza e valore politico è la lettera, datata 11 aprile 1848, a firma degli amici pestini della rivoluzione italiana e indirizzata ai soldati italiani che fanno parte dell'esercito austriaco, nella quale essi affermano di essere con rammarico venuti a conoscenza che un'infame poli* tica si serve dei compatrioti ungheresi per opprimere i combattenti italiani della libertà e che sono stati messi in atto [da parte austriaca] i più efficaci mezzi per porre fine a tale lotta... . n)
7) Ivi, p. 284.
Ivi, p. 286.
9) In ESZTEB WALDAPFEL, A forradalom és szabadsdgharc levelestàra (Epistolario della rivoluzione e della guerra per la libertà), Budapest, 1950, Lettera n 35, p. 92.
l> /vi, Lettera n* 40, II parte, p. 99.
11 ) In JENÓ KOLTAY-KASTNER, A Kossuth-emigróció Olaszorszàgban (L'emigrazione dì Kossuth in Italia), Budapest, 1960, p. 11.