Rassegna storica del Risorgimento

CANTI POPOLARI UNGHERESI
anno <1980>   pagina <152>
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Roberto Ruspanti
I tentativi della stampa reazionaria filo-asburgica d'infangare il nome di Garibaldi, per offuscarne il mito in Ungheria, si riveleranno del tatto inutili: gli ungheresi, che tanto aspettano Garibaldi assieme al loro Kossuth, se l'immagi­nano sul ponto di arrivare, ora a cavallo, ora in treno, ora a piedi a liberare la bella é povera Ungheria, spesso identificata con una dolce fanciulla bruna:
A gran velocità s'avvicina a Buda
il grigio destriero di Garibaldi:
corri, fanciulla bruna, a portargli l'acqua,
tra poco Garibaldi sarà già qui. 24)
Il canto de II grìgio destriero di Garibaldi, probabilmente del 1862, trae lo spunto per il tema alla seconda strofa dell'altro canto II cappello di Garibaldi: sia il tema, molto famoso, sia la sua musica sono, ancora oggi, diffusissimi in Ungheria.
II sogno e la speranza ungherese di una nuova guerra patriottica di libera­zione, che muovesse dal Sud, dall'Italia, e si spingesse, attraverso il mar Adriatico, fin nel cuore dell'Ungheria, resteranno vivi nel popolo fino al 1866, alimentati da quell' azione vasta e complessa che impegna tutta l'emigrazione magiara nello sforzo di collegare le proprie aspirazioni nazionali al problema della Venezia . È l'ultima stagione del canto popolare politico ungherese che abbia per sfondo l'unità d'intenti del Risorgimento italiano e della lotta ma­giara per il riconoscimento dei diritti nazionali. Il ciclo sembra volersi chiudere con un inno alla speranza, una speranza, però, pregna di rassegnazione: il 1867, ormai vicino, sta infatti per chiudere un'epoca e sbattere per sempre la porta in faccia a quella speranza, che aveva guidato i grandi uomini magiari nelle loro lotte per la libertà:
Han terminato la ferrovia di Szeged: la percorreranno Garibaldi e Kossuth, la percorreranno i loro coraggiosi soldati, che per la libertà combattono fino a morire.
Conduttore, getta via il pastrano, spingi il tuo cavallo a vapore, fa* presto, aftinché ritornino a casa essi, che fan lieta l'intera nostra patria.
Forse sarà migliore il destino dei miseri,
forse ci darà la gioia il Signore:
oh. Dio mio, non bai forse da un po' troppo tempo
dimenticato il povero popolo ungherese?26)
Si può affermare che con il Compromesso austro-ungarico termina l'epopea della ritrovata amicizia italo-magiara e in Ungheria l'eco degli uomini e delle
24) In Tortene ti énekek és katonadalok (Canti storici e canti militari), a cura di L. KALMANY, Budapest, 1952, p. 228 (Traduzione personale).
23 A. TAMBORRA, Garibaldi e l'Europa cit., p. 501.
26) n Canto della ferrovia, che risale al periodo 1862-63 e fu molto cantato negli anni seguenti, sta in Canti storici e vanti militari cit., p, 187 (Traduzione personale).