Rassegna storica del Risorgimento

GIANNELLI PIETRO; NUNZIATURE APOSTOLICHE NAPOLI 1859-1860
anno <1980>   pagina <156>
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156 Raymond L. Cummings
che Ruggero Moscati definisce il centralismo in forine addirittura patologiche dello Stato napoletano, dopo il 1849,12) le sue parole debbono piuttosto essere considerate come una triste riflessione sul fatto che fosse in pericolo la vita di un sovrano che si considerava, ed era considerato, il sostenitore dell'ordine nel Mezzogiorno. L'unica speranza per coloro che si aspettavano un cambiamento fossero essi costituzionalisti o addirittura sovversivi e rivoluzionari era ripo­sta nella scomparsa del Re, la cui vita il Giannelli definiva preziosa .13) Fer­dinando era un degno figlio della Chiesa, pieno di sentimenti religiosi e, come tale, egli seppe affrontare con serenità e con spirito di rassegnazione e di cri­stiana perfezione la sua ultima ora .M) Queste le impressioni del Giannelli alTAntonelli; entrambi poi sono d'accordo nel giudicare perdita grave quella di un uomo che aveva assorbito nelle sue mani tutti i poteri dello Stato, ed entrambi sentono di non dover dare eccessivo peso alle colpe che egli potesse aver commesso nella sua vita sia privata, sia pubblica.
Ferdinando mori il 22 di maggio ed il Nunzio ne pianse la scomparsa senza, però, unirsi alla camarilla di coloro che si proponevano di suivre en tous points les errements du feu Roi .16) Piuttosto contribuì alla formazione di un ministero che venne a rappresentare le due tendenze opposte: il ministero Filan­gieri. Il Nunzio, infatti, si preoccupò di assicurare a Francesco Scorza fermo sostenitore del vecchio sistema la nomina a ministro per gli Affari Ec­clesiastici e della Pubblica Istruzione, dopo aver usato tutta la sua influenza per indurre Francesco II ad affidare al gen. Carlo Filangieri le redini del Go­verno. 17) E, avendo ricevuto conferma di tale decisione, scriveva ad Antonelli: Non nascondo da ultimo all'Em.za Vostra Rev.ma che per quanto conosco es­sere mio positivo dovere di non mischiarmi affatto di cose di Governo, pure, attesa la gravità delle circostanze, mi sono permesso, nei modi però li più deli­cati e rispettosi, di fare delle premure perché si prendesse il desiderato provve­dimento, e mi son giovato di tal circostanza per fare, in pari tempo, dei buoni officii pel Signor Commendr. Scorza... .,8)
La pressione esercitata dal Giannelli presso il Re in favore dello Scorza ebbe esito positivo.19) È da notare, però, che l'appoggio offerto dal Nunzio al
*2) R. MOSCATI, La fine del Regno dì Napoli. Documenti borbonici (1859-1860), Firenze, 1960, p. 23.
13) Giannelli ad Antonelli, 11 aprile, n. 8075, A.S.V., SdS, 1859, r. 252, pacco 3, f. 66.
M) Giannelli ad Antonelli, 13 aprile, n. 8080, Ivi, f. 71.
13) Ibidem; Antonelli a Giannelli, 20 aprile, n. 2518 e 9 maggio, n. 2999, Ivi, fi*. 74 e 80.
1 Le parole di Hiibner a Rechberg, rapporto n. 4, Napoli, 4 luglio 1859, in Le Rela­zioni diplomatiche fra l'Austria e U Regno delle Due Sicilie, IH serie: 1848-1861, a cura di R. MOSCATI, Roma, 1964, voi. II, p. 39, n. 20.
17) Per quanto riguarda la riluttanza di Francesco II a rivolgersi al Filangieri e gli eventi che ve lo portarono, vedi R. MOSCATI, La fine cit., p. 53. Giannelli riferiva che molte persone bene intenzionate avevano cercato di persuadere il Re a scegliere ministri di valore; fra di essi vi era il Filangieri. Il Giannelli era sotto l'impressione che il Re nutrisse molta stima per il Generale. Giannelli ad Antonelli, 9 giugno, n. 8178, A.S.V., SdS, 1859, r. 165, pacco 9, f. 29.
18) Giannelli ad Antonelli, 9 giugno, n. 8178, Ivi, f. 30.
19) Lo Scorza aveva riferito al Giannelli che il Re aveva detto che Lo prendeva in particolare considerazione, perché aveva saputo che era in buoni rapporti col Nunzio (Giannelli ad Antonelli, 4 giugno, n. 8166, Ivi, f. 24).